Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIAoggi il silenzio angoscioso di Trento e di Trieste è più forte di tutte le voci, di tutti gli squilli, e sembra rintronare nei cuori degl'italiani. Erano laggiù/ le nostre tormentate sorelle, come naufraghe nel mare delle razze diverse, che voleva pure inghiottirle. Per mesi e mesi, mentre la follìa austro-tedesca aveva riaperto in faccia agli uomini e in faccia a Dio tutti i conti della sopita giustizia, le naufraghe sorelle accennavano di lontano al soccorso. Per un momento ci è parso che fossero come mani disperate mosse a fiore del gorgo; ma oggi la nave della nostra fortuna corre a raccoglierle. Sfida la tempesta, urta nei marosi, forza il vento, si avanza, si avanza : le naufraghe saranno salvate.
      « E la compiuta Italia sarà. Lo afferma, come un presagio, il segno stesso della nostra lingua dai confini di domani. Sì — sussurrarono di là gli aspettanti, con indomata fede, sotto il giogo straniero, fra il poliziotto e la spia. Sì — mormorano ora, nei tristi convogli di prigionia in cui si esercita l'estrema crudeltà dell'oppressore. Sì — grideranno il giorno della vittoria finale. Nella lingua del « sì » è oggi la certezza del sì. Dante ha preceduti i soldati d'Italia e aspetta — a Trento.
      « Guerra per noi e per l'EuTopa, pei nostri fratelli di sangue e per tutti i nostri fratelli di civiltà nel mondo. Ieri ci giunse il fiotto torbido del furore teutonico, nelle contumelie dei suoi giornali. E diceva il furore teutonico che l'Italia s'era messa all'asta e s'era venduta a chi le aveva offerto di più. — Menzogna! — risponde l'Italia con la sua dichiarazione di guerra. Un popolo che si vende, si vende per la sua tranquillità vile, per fuggire il pericolo e il sacrifìcio. Un popolo che si vende, pesa nella sua mano imbelle il prezzo dell'onta e buono gli pare il prezzo, se non dà in cambio che il sorriso obliquo della propria umiliazione.
      « Ma l'Italia ha scelto la guerra. L'Italia ha voluto la guerra. L'Italia è presente dove anche i più sacri diritti si riconquistano col sangue. Il ricatto a cui ci si voleva persuadere, per rinfacciarcelo domani aspramente in faccia al mondo severo, noi non l'abbiamo permesso. E non accattiamo nulla da alcuno : stendiamo la_ 110 —


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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 14. L'Italia in piedi (La guerra è dichiarata)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 124

   

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