Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
L'ITALIA IN PIEDIre, che stava a Vienna : era una gara fra il padrone e i famigli, gara di stupidità e di ferocia : ci contendevano la vita, ci contendevano l'anima : il nostro martirio non aveva confine : non mai un popolo come il nostro fu dannato a lutto così lungo, a strazio così vasto, non mai fu imposta a una gente tanto dolore e tanto odio : o-diati, odiammo : oppressi, non demmo quartiere all'oppressore : cospiratori, esuli, prigioni, combattenti, non innalzammo che un grido per decenni di angoscia e d'ira : « Non vogliamo Tedeschi! ». Cioè non vogliamo carnefici, non vogliamo ladri, non vogliamo barbari, non vogliamo stranieri, vogliamo essere, vogliamo vivere, vogliamo respirare, vogliamo pensare, vogliamo l'Italia.
Combattemmo : insorsero le nostre città unanimi, combatterono donne, fanciulli, vecchi, preti, combatterono le pietre delle strade, i mobili che si precipitavano dalle finestre, combatterono gli uomini e le cose in un impeto di furore sacro e di gioia sovrumana : fu furore, fu letizia, fu sagrifizio, fu vittoria : i nemici disordinati e fugati uscirono, tra canti di pura ebbrezza e felici stormi di campane.
Tornarono più avidi, più spietati, più ciechi, più crudeli: il decennio fra il 1849 e il 1859 segnò un raddoppiamento d'oppressione e di tortura, tanto più terribile in quanto contro ai barbari stava un Re e un popolo libero, chè dalle due prime guerre erano sorti Vittorio Emanuele li e il Piemonte, e Vincenzo Gioberti predicava il Rinnovamento, e Camillo di Cavour preparava la riscossa, e il nemico sentiva il pericolo avvicinarsi di giorno in giorno, di ora in ora : insanguinò Milano, insanguinò Mantova, moltiplicò i tormenti, strinse sempre più il laccio che ci aveva posto alla gola : impazziva nella turpe vanità della sua ferocia, aizzata dal giovane imperatore, il responsabile della colossale tragedia, il tiranno bieco e delirante che ancora non ha pagato tutti i delitti onde si macchiò la sua coscienza. E fu vinto, e le battaglie chiusero il fortissimo periodo e l'Austria cominciò veramente a cadere, mentre l'Italia si formava finalmente sulla rovina nemica.
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