Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
L'INIZIO DELLE OSTILITÀ
alla quale raccogliersi, bandiera su cui sta scritto per la prima volta : « Italia Libera, Unita, Indipendente e Repubblicana », e la spedizione di Savoia, sebbene disastrosa, apparisce ispirata da una idea, non più municipale o regionale, bensì largamente nazionale.
E l'oratore tratteggiava le figure di Giuseppe Mazzini, di Giuseppe Garibaldi, di Carlo Alberto, di Vittorio Emanuele, di Camillo Cavour, e ricordava il risvegliarsi della coscienza pubblica e la larga eco di riprovazione e di sdegno che aveva suscitato la fucilazione dei fratelli Bandiera, e intanto i mali arnesi dei Governi, i birri, gli spioni, i censori, i funzionari servili erano bollati a sangue dalle satire del Giusti.
Così con il crescere della coltura una parte ragguardevole della nostra borghesia si sentiva intollerabilmente compressa nelle sue aspirazioni ideali dalla mancanza di libertà, nella legittima espansione dei suoi interessi dalla barriera interna fra Stato e Stato. Questa borghesia doveva sempre più staccarsi dalla maggioranza retriva o renitente o passiva, non poteva però far causa comune con una esigua minoranza audacemente ribelle.
Vienna medesima, la fedele degli Absburgo, dà il segnale della rivolta. E allora la rivoluzione scoppia anche fra noi, e l'Europa è presa da quello stupore che assale gli stranieri, ogni qualvolta la nostra gente mostra di comprendere che la sua vita non può essere soltanto raggio di pensiero e fascino di colori, ma deve essere, occorrendo, vigore di battaglia per affermare in faccia agli altri se stessa.
La partecipazione alla guerra di Crimea era per il Piemonte quell'azione internazionale che doveva spettare ad un'Italia risorta. Eppure sembrò temerità, follia, per coloro che usano misurare il pensiero dal breve corso della giornata e lo sguardo dal breve orizzonte nativo, per coloro i quali non comprendono e sopratutto non sentono in certi momenti decisivi della storia che la utilità massima per un popolo è la affermazione dei suoi voleri, della sua forza, che si tradurrà prima o poi in benefizi tangibili e intanto gli consentirà di imporsi alla considerazione degli altri Governi e degli altri po-
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