Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LINI ZIO DELLE OSTILITÀ
sapeva infatti tutto cị che in proposito era stato scritto e ripetuto per anni, apertamente, in giornali, in riviste, in opuscoli ed insegnato dai professori in cattedra. Si supponeva che tale essendo l'indirizzo degli studi, tale naturalmente dovesse essere il criterio a cui s'informavano i nostri piani di guerra...
Un giornale militare, La Preparazione, ricorḍ tutto lo svolgimento delle idee intorno alla difesa d'Italia, a cominciare da quando si cercava affannosamente nell'Appennino una conca dove costrurre un ridotto centrale capace di raccogliere in caso di sconfitta tutto l'esercito. Ricorḍ pure quella famosa commissione per la difesa dello Stato, composta di generali e di ammiragli, che dopo lunghi studi aveva presentato ^n progetto con la proposta di novantasette punti da fortificare, tutti all'interno.
Ricorḍ quanto era stato detto in giornali, in opuscoli e in conferenze su Bologna, Piacenza e Stradella, candidate ad essere il perno della difesa nazionale, sia che il nemico venisse da oriente, sia che venisse da occidente; il che significava lasciare all'invasione almeno due terzi della valle padana. E rammenṭ pure che dalla parte di occidente, dove le Alpi si elevano come un muro di cinta e dove abbiamo quasi dappertutto il confine naturale, si fiń per comprendere (meglio tardi che mai) che la difesa doveva essere portata nella zona montana, anzi sulle vette, e si presero gli opportuni provvedimenti.
Ma dalla parte d'oriente si era in ben altre condizioni. Sulla frontiera austriaca non avevamo il confine naturale, in nessun tratto, e quello politico era stato tracciato appositamente a nostro danno, cioè per facilitare il più possibile agli austriaci l'invasione della valle del Po.
Vi era poi il cuneo del Trentino, t́cco di sbocchi, che s'addentra fra la pianura lombarda e quella veneta, minacciando l una e d'altra.
In queste condizioni molti, per sottrarsi all'incubo, speravano nell'eternità dell'alleanza; ma, se la guerra fosse scoppiata, non si vedeva assolutamente altro mo-
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I. RegCIO — Storia della grande guerra d'Italia. — Voi. XV 2
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