Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIAVersa, Cervignano, Terzo. 11 nemico si ritira distruggendo ponti e incendiando casolari ».
      E giorno per giorno i comunicati si seguivano, sempre militarmente laconici e rigidamente obiettivi. 11 bollettino del 29 maggio recava : « Il 27, truppe di fanteria, rinforzate da guardie di finanza e artiglieria, da Peri, per le due rive dell'Adige, avanzarono verso Ala. Espugnato il villaggio di Pilcan-te, coperto da più ordini di trincee, si impossessarono stabilmente di Ala. Il combattimento durò da mezzogiorno a sera. Le perdite nostre sono leggere. »
      Ma la tacitiana brevità della notizia della conquista della bella città trentina non impedì che si apprendessero poco dopo i drammatici particolari di quel fatto d'armi. Si seppe così 1' atto coraggioso e nobilissimo compiuto dalla signorina Maria Abriani, trentina di nascita e italiana di sentimenti.
      La mattina in cui giunsero nella città i nostri soldati, essa si era riparata nella stanza più sicura, sapendo che gli austriaci avevano organizzato un'aspra resistenza dalle posizioni da essi occupate e trincerate. Preoccupata del sangue italiano che sarebbe stato sparso, male sopportava di rimaner chiusa fra quattro pareti; ma i famigliari la persuasero ad essere prudente.
      Verso mezzogiorno ecco arrivare l'avanguardia italiana, ed ecco le prime fucilate partire dalle trincee austriache. Il nemico era appostato in posizione dominante, ed il suo tiro infilava una delle strade principali : quella che i nostri dovevano percorrere forzatamente per attraversare la città. Il grosso della colonna non fu meglio accolto dell'avanguardia. Nè poteva efficacemente rispondere, donde stava, al tiro degli austriaci. Ammassato, anzi, fra le case, nelle piazze anguste, nelle strette vie, offriva un eccellente bersaglio al nemico.
      La signorina Abriani vide, guardando tra le stecche delle persiane, come stavano le cose. Nessun uomo del paese si presentava per servir di guida ai nostri : e volle immediatamente supplir lei, indicando loro la strada buona, la più breve e la più sicura per proseguire al riparo dai fucili nemici. Scese nel giardino, incurante
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 15. L'inizio delle ostilità
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 157

   

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