Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LINI ZIO DELLE OSTILITÀ
delle palle che piovevano poco distante, aprì il cancello e si slanciò fuori. Con pochi cenni fece capire agli ufficiali che le imponevano di ritirarsi, il suo proposito. E alla testa dei nostri salì, impavida e veloce, all'altura, donde i soldati, riparati nelle case e nei cortili, potevano rispondere efficacemente alla fucileria degli austriaci.
Fu per i nostri una guida preziosa : e lo fu per otto ore! Per quante, cioè, durò il combattimento, che a sera terminava con pieno nostro successo. E il fuoco con cui gli austriaci batterono le nostre posizioni fu affrontato dalla giovane ardimentosa con cuore da soldato : e giustamente essa fu decorata della medaglia al valor militare.
Così pure il pubblico italiano apprese in seguito i meravigliosi particolari della occupazione del Monte Co-rada, sulla frontiera friulana, nel primo giorno della guerra.
I nostri soldati che, da tre mesi, inchiodati nei colli circostanti, si dolevano di arrugginire, e vedevano il nemico senza poterlo attaccare, ebbero finalmente l'ordine sospirato di avanzare.
E balzarono subito, nella notte, e varcarono il Ju-drio. All'alba si trovarono ai piedi del monte nemico, contro cui intanto si erano piazzate, in cima alla Madonna del Monte, le nostre artiglierie di medio calibro.
Gli austriaci opposero una resistenza accanita. Essi ben comprendevano che, perdendo il Corada, perdevano il possesso del Judrio a ponente, e dell'Isonzo a levante.
Ma verso le IO della mattina non potevano più durare, tanto il nostro fuoco si era fatto preciso. La foga dei 75 era davvero insistente, terribile. E fu ordinato l'attacco alla baionetta. L'onda saliente raggiunse così veloce, con tanto impeto la cima, da far provare agli austriaci l'impressione che il terreno si inabissasse sotto di loro.
Abbandonarono disperatamente la vetta, e artiglierie, e armi, e munizioni, e bestie, e carriaggi; si precipitarono con tanta foga giù dall'altra parte del monte.
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