Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAche molti caddero e si conciarono malamente in fondo a scoscendimenti ripidissimi, da dove i nostri dovettero faticare per trarli fuori...
Del pari si appresero i particolari dell'attacco austriaco alla Forcella di Lavaredo, del quale avevano fatto breve menzione i comunicati ufficiali. Quei particolari, raccolti sul luogo da Guelfo Civinini, attestavano il magnifico sangue freddo dei nostri alpini e il loro irruente valore.
Alcune batterie mobili ed uno dei forti di Landro cominciarono a tempestare di granate quella posizione che si sapeva, ed anche si vedeva, occupata dai nostri. Ai primi proiettili, gli alpini si ritirarono tranquillamente al riparo di certe trincee naturali di rocce, che parevano fatte apposta, e stettero ĺ ad aspettare che i cannoni austriaci si sfogassero a tirare. Il bombardamento duṛ tutta la giornata, molto intenso. Le granate scoppiavano sulle rocce, le sgretolavano, le scheggiavano, senza far male a nessuno. Non un alpino fu ferito. Non un colpo di fucile, non una cannonata rispose al fuoco austriaco. Nei loro riparo sicuro e silenzioso, i nostri a-spettavano e carezzavano i fucili.
Gli austriaci dovettero pensare che fossero morti tutti, o che fossero fuggiti. Allora, verso sera, sicuri di trovare la posizione sgombra, si gettarono all'attacco. Erano un mezzo migliaio, e venivano su di corsa, fra le rocce ancora piene di neve, urlando, a baionetta in canna. Gli alpini li lasciarono avvicinare fino a trecento metri, in modo che fossero bene a tiro. Allora d'improvviso, tutti insieme, aprirono un fuoco terribile. Gli austriaci si fermarono storditi, retrocedettero in disordine : si videro degli ufficiali farsi in mezzo a loro, gridando per riportarli avanti. Gli alpini, sempre appiattati dietro le rocce, avevano cessato il fuoco e aspettavano. Dopo qualche esitazione gli austriaci tentarono ancora uno sbalzo in avanti.
Gli alpini non si tennero più : balzarono fuori, saltarono sulle rocce, e in piedi ripresero a far fuoco. A quell'inattesa apparizione un terrore folle invase gli au-
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