Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
L'INIZIO DELLE OSTILITÀ
Nero domina gran parte della valle del medio Isonzo; da esso si può scendere per due vie alle spalle di Tolmino, che con le batterie appostate a Santa Maria e a Santa Lucia ci contrastava il passaggio del fiume; dal Monte Nero si può scendere anche, per il versante nordorientale, nell'alta valle dell'Isonzo, a monte di Plezzo. Presso Plezzo sorgevano i forti che difendevano il passo di Predil, il quale apre la via a Tarvis ed alla valle della Sava.
L'operazione di Monte Nero si collegava dunque ad un tempo a quelle che si svolgevano per il passaggio di tutto l'Isonzo e a quelle che si perseguivano dalle testate di Val Raccolana e di Val Dogna contro il sistema difensivo di Predil e di Tarvis. Dalla testata di Val Raccolana — diceva un bollettino del generale Cadorna — la nostra artiglieria disturba con un fuoco efficace la costruzione di un ponte sul versante r\ord del Predil.
Importantissima fu dunque l'occupazione del Monte Nero, compiuta con prodigi di valore, traverso ad o-stacoli che apparivano insuperabili. Ed ardua ed importante ed onorevolissima per le nostre truppe fu pure l'audace presa di Piava, della quale il comunicato del 12 giugno dava notizia in questi termini :
« Sul medio Isonzo riparti delle nostre truppe sono riusciti, nella notte dal 9 al 10, ad irrompere di viva forza sulla sinistra del fiume, presso Piava, vivamente contrastati dall'avversario, che dovette però ripiegare di fronte ai nostri reiterati, impetuosi assalti, abbandonando sul campo numerosi morti. Facemmo duecento prigionieri.
« Successivi contrattacchi dell'avversario diretti a sloggiare le nostre truppe dalle posizioni conquistate sulla riva destra del fiume, vennero costantemente respinti. »
Dopo tre settimane di guerra il colonnello Barone scriveva :
« Una offensiva italiana, si voglia essa svolgere su ambi gli scacchieri (Friuli e Tirolo-Trentino) ovvero su uno solo di essi, rimanendo sulla difensiva nell'altro, do-
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