Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAveva necessariamente essere preceduta da una serie di operazioni tendenti a creare nel Tirolo-Trentino e nel Cadore-Carnia tale una situazione da escludere ogni possibilità di valida minaccia alle spalle delle nostre truppe operanti verso l'est, oltre la frontiera dell'Isonzo. A questo primo passo si è già provveduto, sia con l'occupazione di alcune importanti posizioni di là dalla frontiera, sia con l'appostamento di forti masse retrostanti, opportunamente collocate per farle operare in quelle direzioni che erano giudicate più convenienti dal Comando supremo, il quale ha già per sè ormai l'iniziativa dell'azione, non è costretto cioè a subordinare lè proprie mosse a quelle del nemico, ma è in grado di subordinare quelle del nemico alle proprie.
« Questa prima tappa assai importante dello svolgimento del nostro disegno si è compiuta ormai con risultati ancor più pronti e più rapidi di quanto non fosse dato per prudenza di. calcolare. Vi ha contribuito la eccellente condotta delle truppe e dei capi, vi ha contribuito pure qualche fatto di carattere tecnico — voglio dire la bella prova fatta dalle nostre artiglierie — il quale, se è stato una lieta sorpresa per molti, non ha costituito punto una sorpresa per coloro che conoscevano il vero stato delle cose. Se mai, a costoro, le prime gesta delle nostre artiglierie contro alcune opere fortificate austriache fanno sperare con qualche fondamento che noi forse ci troveremo ad avere sopravalutata troppo la resistenza di cui le fortificazioni austriache nel Ti-rolo possono essere capaci... »
E pochi giorni più tardi un altro competente critico militare, il generale Corsi, scriveva :
« Dopo la grande e così felicemente riuscita azione di collocamento di avamposti, l'esercito ne ha iniziata una seconda preparatoria alle operazioni delle masse, alle operazioni che per la maggior loro importanza a-vranno anche maggiori risultati effettivi. In montagna lo sviluppo della superiorità di massa (del numero), specialmente per l'attaccante, presenta una difficoltà grave nella ristrettezza delle zone di manovra e di pressione.
« È tale ristrettezza che, di fronte ad un difensore
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