Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAUn profugo da Gorizia, che potè sfuggire da quella città il 27 maggio — il dottor Francesco Valier — narrò che l'impressione prodotta sul nemico dal nostro formidabile attacco contemporaneo su tutto il vasto ed aspro fronte da Pontebba fino a Porto Buso, era stata enorme. Per mitigare tale impressione sulle popolazioni e più sui soldati, gli ufficiali austriaci andavano ripetendo che con gli italiani erano forze francesi, le quali si erano staccate dal fronte germanico per qualche giorno soltanto, così per darci una mano ad entrare in azione, ma che i francesi avrebbero dovuto ritirarsi al più presto perchè la Germania, saputolo, si sarebbe precipitata da oriente ad occidente, e quindi l'Austria, degli italiani rimasti soli, avrebbe fatto un macello.
« Certo — notava il Valier — l'impressione di spavento appariva giustificata. Dalla mattina del 24 il rombo del cannone italiano era diventato per Gorizia un ritornello insistente, incessante, spaventoso. In Gorizia, ossia nelle posizioni fortificate che la dominano al nord, fu quindi accentrato ogni più formidabile mezzo di difesa, richiamando in essa tutto quanto di più valido di uomini e di più efficiente di armi l'Austria ancora possiede. È una difesa che è già costata al nemico molte migliaia di uomini. È una difesa destinata ad infrangersi contro il nostro impeto, ma è una difesa disperata. »
Lo stesso dottor Valier diede intorno alle fortificazioni di Gorizia interessanti particolari.
« Gorizia — egli disse — è sempre stata considerata dallo Stato Maggiore austriaco come il perno della difesa al confine con l'Italia. La zona tra questo confine e l'Isonzo veniva ritenuta una zona di rispetto. Gorizia, invece, fu l'oggetto delle maggiori preoccupazioni. Venne saldamente armata, vi si riunirono le più formidabili difese suggerite dall'arte, vi si profusero milioni e milioni. Campo trincerato, fortezze, parco di aviazione, trincee; nulla fu risparmiato per renderla atta al suo ufficio. A Gorizia convergono cinque grandi strade e quattro linee ferroviarie; essa è stata dunque sempre ritenuta la chiave della situazione sull'Isonzo, ed ecco
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