Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LINI ZIO DELLE OSTILITĄ
perchč l'Austria non avrebbe mai compreso Gorizia nella lista dei territori che ci avrebbe largiti.
i< 11 27 maggio, quando fuggii, passando l'Isonzo in barca a qualche chilometro a valle della cittą, Gorizia era gią tutta una caserma. Alla stazione non arrivavano che treni militari di uomini e di materiali : dalla stazione non partivano che treni di cittadini, gli ultimi rimasti : vecchi, donne, bambini, tutti diretti ad essere internati nella direzione di Lubiana.
« Erano gią trascorsi tre giorni dall'inizio della nostra avanzata. In quei tre giorni era stato un continuo affluire di funzionari austriaci e di gendarmi, i quali scappavano terrorizzati dai primi paesi che i nostri occupavano, e si dirigevano a Gorizia come a porto sicuro. E invece nessuno li aveva voluti ricevere. La stazione era occupata militarmente. Ai funzionari non venne concesso nemmeno di entrare in cittą. La sede degli affari civili e giudiziari era stata trasportata ad Aidussi-na ed in questa direzione furono quindi fatti proseguire. Coloro che cercavano di eludere tali disposizioni e di entrare in cittą, sorpresi, venivano fucilati sull'istante. A Gorizia non entravano che soldati provenienti in gran parte dalla frontiera serba, ma gią si annunziava l arrivo di altri contingenti dal fronte galiziano.
« La sera del 26 giunse un treno speciale tutto di alti funzionari. Si disse subito che era l'Arciduca con il suo Stato Maggiore. Certo vi erano parecchi generali, molti domestici, servizi di gran lusso. Ma il cospicuo convoglio fece subito un brutto incontro. Cinque minuti prima era entrato in stazione il treno discendente, quello dell'alto Isonzo, carico di feriti. Erano i colpiti dalle nostre artiglierie, le vittime delle nostre prime azioni al Corada, a Caporetto, a Tolmino, a Canale. »
Da questo racconto risultava in qual modo l'Austria avesse fortificato Gorizia e la munisse di truppe. Gorizia fu infatti il fulcro della resistenza austriaca lungo la linea dell'Isonzo: e legņ il suo nome ad innumo-revoli fierissimi combattimenti, iniziati fin dai primi giorni della prima avanzata, e proseguiti con formidabile tenacia per un lunghissimo periodo di tempo.
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