Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LINI ZIO DELLE OSTILITÀ
«t Egli provvederà perchè ci siano rassegnati gli affari di grave importanza. »
La partenza del Sovrano avvenne in forma privatissima. A Roma, al passaggio dell'automobile reale, le persone che si trovavano a passare in piazza dei Cinquecento riconobbero il Re, in tenuta grigio-verde da generale, che era accompagnato dagli aiutanti di campo, generali Brusati e Vanzo.
Nelle altre due automobili che seguivano si trovavano altri ufficiali della Casa militare del Re.
Fu subito un accorrere alla stazione, desiderando i cittadini applaudire il Sovrano nel momento in cui sarebbe salito nel treno in partenza.
Le automobili reali si fermarono innanzi alla stazione. Il Re entrava subito, mentre la folla adunatasi di fuori applaudiva calorosamente, gridando : « Viva il Re! Viva l'Italia! Viva l'esercito! »
11 pensiero che il Sovrano si doveva trovare tra poche ore in mezzo all'esercito, sul fronte delle nostre truppe, entusiasmava. Il pubblico si compiaceva della prontezza con cui Re Vittorio assumeva il comando delle forze di terra e di mare e ne traeva magnifici auspici.
Sotto la tettoia erano il Duca di Genova, tutti i ministri, le alte cariche di Corte, il prefetto di Roma ed altre autorità.
Re Vittorio, che appariva sereno e sorridente, s'intrattenne a parlare con il Duca di Genova, con l'on. Salandra, con l'on. Sonnino e con i ministri della guerra e della marina.
Gli impiegati postali e ferroviari, quando il Re salì nella vettura reale, lo salutarono con una lunga ovazione alla quale fecero eco i lunghi applausi del pubblico...
Al campo, la vita del Re fu una rivelazione. Egli dimostrò non solamente altissime qualità militari, ma un ardore infaticabile nel seguire le operazioni lungo il vastissimo fronte, una tranquilla intrepidità in mezzo ai maggiori pericoli, una costante affettuosissima affabili-
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