Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAtà, che lo resero in breve ora popolarissimo tra le file dell'esercito.
« Prima della guerra — scriveva il giornalista francese Jean Carrère dopo una visita al campo — Vittorio Emanuele era, sì, profondamente rispettato da tutti, ammirato da coloro che avevano l'onore di avvicinarlo, a-mato dai suoi familiari, ma forse, nel senso concreto e largo della parola, non era ancora assolutamente popolare. Questo — si badi — per ragioni che tornano a profondo onore del Sovrano. Per essere popolare in tempo di pace, occorrono a un Sovrano certe esuberanze esterne, certe predilezioni per la pompa e l'appariscenza, e per adoperare un termine moderno, una certa capacità di bluff, tutte cose che ripugnavano alla natura retta, sincera, semplice e in qualche modo democratica del Re d'Italia. Egli non avrebbe certo consentito mai di prestarsi a quelle parate ed a quelle teatralità, con cui altri Sovrani moderni hanno amato di mettersi in evidenza. In questa terra dove tutti sono così intimamente semplici, dove vive ancora così appassionato il culto della famiglia e dei figli, piaceva a lui, primo dei gentiluomini, condurre l'esistenza semplice; e laboriosa di un grande borghese, e dare esempio di virtù familiari.
« Tuttavia queste qualità, pur apprezzabilissime durante i tempi normali, avevano per così dire l'inconveniente di non essere visibili che da vicino, e di non fare sensazione sul giudizio, sempre un poco amante della teatralità, delle folle. Invece, appena il grande sconvolgimento della guerra è venuto a far uscire dal fondo dell'anima popolare tutte le grandi qualità che vi e-rano latenti, e l'Italia intera si è rizzata davanti al suo nuovo destino, allora ecco che ad un tratto il popolo ha scorto nel Re le più vitali virtù dell'Italia stessa, e ha riconosciuto in lui il suo vero capo. Questo Re a cui i critici più difficili potevano solamente rimproverare di mancare un po' troppo di panache, ha fatto splendere immediatamente su di se il più bello dei panaches, ch'è il suo coraggio, il suo amore regale del popolo e dell'e-
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