Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LINI ZIO DELLE OSTILITÀ
Molti piangevano. Nel suo letto G... si domandava :
— Ritornerà presso di me, come mi ha detto? Sarebbe due volte che ini parlerebbe! Speriamo che non se ne dimentichi...
il Re non dimenticò. Dopo che ebbe visitati tutti i feriti, ed ebbe chiesto conto della salute di ciascuno, ritornò al letto di G...
— Ebbene, mio camerata, non sei più timido, è vero? Andiamo, parlami come a tuo padre. Che facevi prima della guerra? Racconta, non aver paura!
Durante una diecina di minuti Sua Maestà si trattenne con G..., che credeva di fare il più bello dei sogni. 11 sovrano gli domandò notizie della sua famiglia, s'informò con interesse della sua situazione, promise di far scrivere, dando sue notizie. E come G... diceva, vergognoso, che il mattino del giorno in cui era stato ferito, aveva cominciata una lettera che era rimasta nella sua tasca :
— Dammela — disse il Re con bontà. — Io mi incaricherò di farla pervenire, aggiungendovi una parola per rassicurare i tuoi. Tu sii paziente e ragionevole e ascolta quello che ti dicono i medici, lo so già che da quando è cominciata la campagna tu ti sei molto bene comportato. Ti farò passare intanto in un grande ospedale, dove resterai fin quando non potrai andare in congedo, che ti sei ben meritato.
Un improvviso ardire prese allora G... Egli osò domandare al Re :
— È vero, Maestà, che la trincea è stata ripresa dagli austriaci?
- No. no, — rispose Vittorio Emanuele; — chi è che te 1 ha detto? Noi l'abbiamo fortemente custodita.
Una specie d'ebrezza invase il soldato. Egli si drizzò sul letto, e gridò : Vioa il Re! Bisognò che il Re stesso lo sospingesse di bel nuovo sui guanciali.
— Via, sii tranquillo, per guarir presto e più presto rivedere la tua famiglia.
— Ed anche per ritornare a battermi, Maestà! — balbettò G..., pieno di gioia e di orgoglio. — Maestà, ve lo prometto!
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