Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LINI ZIO DELLE OSTILITÀ
un reggimento di cavalleria; il Conte di Salemi s'arruolò volontario in un reggimento di lancieri.
Anche il piccolo Principe di Piemonte, il decenne figlio del Re, aveva vagheggiato e per parecchio tempo creduto anche alla possibilità di recarsi al fronte insieme col Re. Di questo suo sogno il Principe aveva fatto partecipi gli amici suoi, aveva loro espresso i suoi desideri ed i suoi progetti : era raggiante, e già pensava ai preparativi, quando un giorno comparve davanti agli amici un po' turbato, e narrò loro che il sogno era svanito, cozzando contro la realtà.
Un altro principe di Savoia teneva un posto altissimo di fronte al nemico : il Duca degli Abruzzi, comandante in capo delle forze navali, dava tutta la sua scienza di tecnico e il suo prestigio di condottiero all'opera silente, ma intensa della flotta : opera d'abnegazione e d'eroismo, che doveva restare incisa a caratteri indelebili nella storia della rinnovata marina d'Italia.
E con lui un altro Savoia, il Principe di Udine, era a bordo delle navi italiane che tenevano il mare, animate da quella suprema volontà di vittoria che palpitava nel cuore di tutti i marinai d'Italia.
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