Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
L'INIZIO DELLE OSTILITÀ
grande conforto nell'aspra prova la serena fiducia e la paziente aspettazione del Paese.
« Così non soltanto sono chiuse le vie ad una del resto impossibile invasione nemica nel territorio nazionale, ma si apre gradatamente il varco a quell' a-zione offensiva che potrà essere ritenuta opportuna.
<( Nella zona carnica i nostri alpini, solidamente stabiliti su valichi importanti, li tengono bravamente, respingendo ripetuti contrattacchi nemici.
« Nella zona del Friuli orientale le nostre forze a-vanzate vanno prendendo sempre maggiore contatto col nemico, superando gradatamente ostacoli non lievi.
« Questi i risultati di un così breve primo periodo di guerra, i quali costituiscono la premessa di un piano di operazioni cui l'esercito si è accinto con animo saldo e deciso a sormontare ostacoli di ogni specie. »
L'esercito si presentava infatti fin dai primordi della guerra come un organismo saldo ed omogeneo, al quale tutte le armi, tutti i reparti, portavano il contributo della loro vigorosa azione particolare, coordinata in un insieme pieno d'armonia, d'equilibrio, di efficienza.
Il primo grido d'ammirazione, che traversò i paesi alleati e neutrali, fu per gli alpini, le cui gesta apparvero leggendarie.
11 Journal concludeva così la sua narrazione della prodigiosa scalata del Monte Nero :
« Le pesanti calzature alpine coi chiodi di acciaio fan crollare le pietre, e il rumore sveglierà l'attenzione del nemico, che bisogna sorprendere se si vuole vincere.
« Bisogna dunque salire senza rumore, inosservati, insospettati.
« Semplici e sublimi, gli alpini dichiarano che essi faranno la terribile scalata a piedi nudi nella notte, u-rta notte senza luna. E così partirono, alle otto di sera.
« Tutta la notte essi si arrampicarono ferocemente, silenziosi, e i loro piedi robusti trattenevano le pietre, colle loro carni che sanguinavano e senza un grido.
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