Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      L'INIZIO DELLE OSTILITÀ
      che il nemico avrebbe profittato; e dati i suoi metodi di guerra, era ancor più naturale che ne avrebbe abusato per compiere atti di vero brigantaggio.
      Un comunicato ufficiale, pubblicato immediatamente dopo aperte le ostilità, recava :
      « Era previsto che, appena dichiarata la guerra, vi sarebbero state azioni offensive contro la nostra costa adriatica, intese a produrre un effetto morale, anziché a raggiungere un obbiettivo militare; ma si era provveduto per fronteggiarle, rendendole di brevissima durata.
      « Difatti piccole unità navali nemiche, specialmente cacciatorpediniere, dalle 4 alle 6 del 24 corr., hanno tirato colpi di cannone sulle nostre coste adriatiche. Anche aeroplani hanno tentato di attaccare l'arsenale di Venezia.
      « Le navi avversarie, dopo un brevissimo cannoneggiamento, sono state costrette da un nostro naviglio silurante ad allontanarsi. Gli aeroplani nemici sono stati cannoneggiati dall'artiglieria antiaerea, fatti segno a fuoco di fucileria ed attaccati da un nostro aeroplano e da un dirigibile che volava sull'Adriatico.
      « Località attaccate sono : Porto Corsini, che rispose immediatamente e costrinse il nemico ad allontanarsi subito; Ancona, ove l'attacco, diretto specialmente ad interrompere la linea ferroviaria, ha cagionato lievi danni facilmente riparabili; Barletta, ove l'attacco fu compiuto da un esploratore e da cacciatorpediniere, che una nostra nave, scortata da siluranti, mise in fuga.»
      E un successivo comunicato del Capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Thaon de Revel, precisava :
      « Le perdite subite dalla Marina austro-ungarica, nella giornata del 24 corrente (a prescindere dal noto episodio di Porto Buso), si possono così riassumere :
      « La torpediniera austriaca <( S. 80 », avvicinatasi al <. anale di Porto Corsini, fu presa sotto il fuoco di batterie mascherate che il nemico ignorava, e fu così gravemente -danneggiata da dover essere ricondotta a Pola, tacendo acqua per numerose falle.
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 15. L'inizio delle ostilità
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 157

   

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