Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
L'INIZIO DELLE OSTILITÀ
per affondare la nave e sottrarla alla cattura da parte del nemico.
« 11 Turbine cominciò così ad affondare; ma, nonostante avesse cessato il fuoco e con tutto l'equipaggio allineato a poppa fosse in così gravi condizioni, il nemico continuò a cannoneggiarlo a distanza ravvicinata.
« 11 cqmandante (che sin dall'inizio del combattimento era stato ferito), quando il Turbine stava per affondare completamente, ordinò alla gente di gettarsi in mare.
« I cacciatorpediniere austriaci misero in mare i bat-tellini per prestare soccorso ai naufraghi. Ma in quel momento, essendo comparso all'orizzonte il reparto navale cui si appoggiava il Turbine, il nemico, ricuperati frettolosamente i battellini, si diresse a tutta forza verso la propria costa.
« Un cacciatorpediniere del tipo Taira e YHelgo-land vennero ripetutamente colpiti e gravemente danneggiati. »
- Dopo il raid compiuto — nella notte del 24 maggio — dalle cacciatorpediniere nemiche, lungo la costa a-driatica, contro città indifese, l'ammiragliato austriaco diramò un comunicato, in cui si esagerava, nella forma più pomposamente artificiosa, l'azione della flotta, come se questa fosse uscita dai naturali ripari, ove s'era fino allora prudentemente nascosta, per muovere incontro all'avversario. Insomma, il governo austriaco tendeva ad imprimere il carattere e le proporzioni di una sfida arditamente lanciata al nemico, a quella che altro non era se non una brutale aggressione, perpetrata più a fini politici che militari, contro città aperte dell'Adriatico. Ma la verità era che le navi di Francesco Giuseppe, dopo aver compiuto col favor della notte la gesta ingloriosa, tornarono a rintanarsi dietro i ripari delle i-sole dalmate, o sotto i formidabili cannoni di Pola.
« Per sbalordire — commentava il Journal de Genève — nei limiti del possibile l'opinione pubblica, gli austriaci hanno inviato la notte dopo la dichiarazione di guerra alcune loro torpediniere e altre loro unità contro
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