Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAta, sì da respingere l'attacco improvviso, contemporaneo alla dichiarazione di guerra, io sono profondamente convinto che bisogna avere fiducia in essa, non premerle intorno con eccessivi desideri di azioni immediate, e lasciare che compia tranquillamente il suo dovere, sino alla preparazione dell'annientamento della flotta nemica. »
La flotta italiana vigilava e operava. Un comunicato ufficiale del 2 giugno annunziava :
« Ieri una nostra forza navale incrociò tutto il giorno lungo l'arcipelago dalmato, ma dalle notizie sinora pervenute non risulta che il nemico si sia lasciato avvistare.
« Intanto, poidhè nell'isola di Lissa, già cannoneggiata dalla flotta francese nello scorso novembre, era stato ripristinato il servizio semaforico e radiotelegrafico, le nostre navi distrussero il nuovo impianto e distrussero anche l'importante stazione di vedetta a nord dell'isola di Curzola. )>
Evidentemente questa operazione aveva il fine precipuo d'invitare a battaglia la flotta austriaca; e allora, nell'espressione volutamente vaga di « forza navale », si poteva intendere che questa era costituita da navi i-donee a sostenere un primo scontro col nemico. Quindi l'Adriatico, sulle sponde opposte alle nostre, fu percorso da grosse navi italiane, in una zona infestata dalle insidie dei sommergibili e delle mine.
Una siffatta navigazione attestava un'ottima organizzazione di tutti quei complicati e coordinati servizi di vigilanza, di esplorazione, di informazione, che servono a rendere sicura la rotta che la forza navale deve percorrere.
Poteva quella nostra forza navale — per rappresaglia — bombardare le abitazioni e le proprietà private, che, durante la crociera, restavano a portata dei suoi cannoni. Ma non lo fece. La sua opera di distruzione fu limitata agli impianti di carattere militare : semaforo, stazione radiotelegrafica e di vedetta. Anche sul mare,
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Lissa Curzola Adriatico
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