Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAbatterie e di fortificazioni da lunga mano ideate ed e-seguite con quella meticolosa cura che, è onesto il riconoscerlo, i nostri nemici mettono in ogni previdenza guerresca, ma non esse sono più libere di uscirne, finché le nostre forze conservano la loro preponderante efficienza.
« Mantenere questa preponderanza è il primo dovere della nostra marina, anche a costo dei più gravi sacrifizi di amor proprio e di dover immolare i più accarezzati sogni di gloria.
« Non è altrettanto e forse più eroico il rimanere fermi nell'oscuro posto ove un dovere da compiere verso la Patria ci mantiene inchiodati, che accorrere all'olocausto illuminato dalla gloria sui campi della pugna?
« Pprse che quei marinai, quel corpo sceltissimo di ufficiali, pronto ad ogni sagrifizio, quel giovane e già illustre Capo supremo, non sognano nelle loro notti insonni e laboriose il fremito della grande, della vera battaglia, mentre i superbi colossi dai fianchi di acciaio avvistano e si misurano col nemico, avendo la bandiera della Patria sventolante ai picchi, al rombo di cento cannoni ?
« Ma il loro dovere è di frenare i tanti ardori e di spendere ogni loro energia, ogni tensione dei loro nervi a spiare e quasi ad indovinare qualsiasi mossa del nemico, cogliere a volo ogni notizia affidata alle ondate dell'etere, ordinare continui, incessanti servizi di esplorazione, di vigilanza, onde torpediniere e sommergibili escano nottetempo, pronti a perlustrare, a scovare, a scoprire, ad opporre insidia a insidia, agguato ad agguato.
« Giorno certo verrà nel quale la narrazione delle oscure vicende marinare di questa guerra farà stupire molta gente! »
Oltre a paralizzare la flotta nemica, la Marina italiana doveva assolvere l'altro gravoso compito di cooperare costantemente all'azione terrestre.
« Il « blocco a distanza » — osservava un corrispondente di guerra, Mario Sobrero — che esercitiamo con-
— 100 —
| |
Patria Capo Patria Marina Mario Sobrero
|