Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      L'INIZIO DELLE OSTILITÀ
      « Io penso che nessuna marina abbia, vibrante e irrequieto, il senso dell'emulazione in confronto alle altre, quanto la nostra.
      « Si avanza? La marina domanda : « più oltre! » — Viene agli equipaggi l'elogio dei capi? iNe sono fieri, ma intendono la necessità di superarsi... Io non ho inteso mai, in lunghi periodi di convivenza giornalistica coi marinai d'Italia, affermare da alcuno di essi che non si sarebbe potuto fare meglio...
      « Essi sono degli insoddisfatti di se stessi. E li attanaglia il dubbio che un'altra marina possa figurar meglio, e possa fare di più. »
      « Chi ha detto che la marina italiana non ha tradizioni, chi sente il bisogno — sia pure per eccitamento — di ricordarci Lissa, è nel falso. La marina nostra non ha ancora un passato di vittorie come marina da guerra, ma ha qualche cosa di più, raccoglie tutta la vasta tradizione secolare della gente marinara d'Italia, tutta l'eredità fisica e psicologica del popolo, che sin dai lontanissimi evi, tentava le vie dell'ignoto.
      « E questa guerra è la sua guerra : quella da tanti anni attesa e sognata dagli ufficiali nostri, che dovevano soffocare nel cuore le parole d'augurio... e qualche volta non ci riuscivano.
      « 1 marinai d'Italia sono veramente i vincitori della morte. Sanno tutti che, più forte delle corazze, più micidiale dei cannoni, più pericolosa degli uragani, l'insidia sottomarina di un siluro o di una mina può affiorare improvvisa accanto alla nave, può spezzare, in un rombo, le vite.
      « Che importa? Le torpediniere volano nella notte fonda, da Otranto al Quarnaro, le grandi navi vegliano sul mare, combattuto e insidiato, senza che un pensiero sia rivolto al pericolo, senza che uno spirito sia teso se non verso la vittoria. Vincere : per l'Italia e per 1' armata.
      « E la morte è sopraffatta, è annullata, è soppressa, da questa volontà eroica diffusa, impalpabile, che a-leggia sopra ogni nave, che accomuna e fa divinamente fratelli, nell'ora sacra, il Principe sabaudo che comanda
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      I. RECCIO — Storia della grande guerra d'Italia. — Voi. XV 7


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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 15. L'inizio delle ostilità
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 157

   

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