Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

Pagina (110/176)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      LA GRANDE GUERRA D'ITALIALuigi Barzini evocò uno di questi quadri indimenticabili : e intorno vi fece alitare ciò che non si vedeva, ma che li elevava al valore di simboli dell'anima nuova d'un popolo. Egli descriveva l'ora suprema in cui i soldati d'Italia mossero oltre la frontiera friulana.
      Cominciò un movimento di stati maggiori nella notte. Un rombare di automobili destò le città verso le tre del mattino. Uno scoppiettìo di motociclette si disperse nelle tenebre verso mete ignote. Poi in tutti gli accampamenti, nei villaggi, nei centri di deposito, squillarono segnali di tromba. L'allegro ritornello della sveglia chiamava e rispondeva sulla campagna buia. Era la diana dell'Italia. >
      Fu un'onda di febbre e di gioia. L'aurora trovò l'esercito pronto. Mai la rapidità e l'ordine furono così u-niti. Le cavallerie in sella, le fanterie schierate, le artiglierie attaccate, e, indietro, tutti i servizi, tutti i convogli, le salmerie, le ambulanze, aspettavano l'ordine di avanzata. Ogni ufficiale conosceva il suo compito preciso, ogni unità aveva il suo obbiettivo, la grande macchina stava per muoversi, regolare e formidabile.
      Le avanguardie partirono incontro all'aurora. 11 sole sorgeva immane e rosso, e tutto il mondo si tingeva di rosa. Drappelli di ciclisti scivolavano lentamente in esplorazione sulle strade deserte della pianura in tutta la rete della frontiera. Altrove erano pattuglie di cavalleria che inoltravano. Alcune batterie avevano preso posizione per forzare qualche^ passo che si supponeva difeso. Le fanterie infine spinsero avanti la loro prima linea, spiegata in formazione di combattimento.
      Non si può apprezzare al giusto valore lo spirito meraviglioso della truppa, se non si tiene conto di questa circostanza : che muovendoci si credeva alla batta-glia.
      Si aspettava una resistenza. Le informazioni la facevano prevedere. La natura delle posizioni la rendeva logica. La presenza di truppe bosniache e di cavalleria ussara avvistate dai nostri avamposti, pareva confermare la probabilità di una opposizione.
      La nostra fanteria inoltrando credeva di andare
      — 110 —


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 15. L'inizio delle ostilità
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 157

   

Pagina (110/176)






Barzini Italia Italia