Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
L'INIZIO DELLE OSTILITÀ
ridonava all'Italia quanto in gran parte era andato smarrito : la coscienza nazionale.
Magnifiche figure vide il popolo delinearsi tra i combattenti; sotto le nuove assise militari esso riconobbe nomi cari ed illustri.
Gabriele d'Annunzio vestì la divisa d'ufficiale a-viatore : e i suoi voli arditi erano accompagnati dall'ammirazione del pubblico. Reduce da un volo su Trieste, egli narrava ad un giornalista francese :
« Si vedevano le strade e le piazze deserte. I commercianti della città si staccavano nettamente dallo sfondo. Attorno a noi, come in un cerchio magico, passavano e fischiavano i proiettili dei pezzi antiaerei e le pallottole delle mitragliatrici. Quella città del sole, quella città dei nostri desideri e delle nostre speranze, che io contemplavo così da vicino, col cuore incantato, quelle navi e quei forti che tiravano continuamente su di noi, quei velivoli che giravano attorno a noi, tuttociò formava uno spettacolo grandioso, emozionante, il più bello forse che io abbia visto... »
E soggiungeva poi :
« Quale guerra e quali ostacoli dobbiamo vincere! Ditelo bene ai nostri amici di Francia, perchè sappiano l'entità del nostro sforzo, come noi sappiamo quella del loro. Sì, bisogna vedere da vicino questo formidabile laberinto di montagne per comprendere come sia ingrata la nostra bisogna. Ma vinceremo, siatene sicuro; vinceremo perchè il Popolo lo vuole, perchè l'Esercito lo vuole, perchè la Storia lo vuole, perchè bisogna vincere! E sopratutto vinceremo perchè abbiamo alla nostra testa quel grande suscitatore d'energia che è Cadorna. »
Un altro uomo, accorso pur egli volontariamente alle armi, richiamava del pari àul suo nome illustre l'interesse e la simpatia del pubblico. Era Guglielmo Marconi, colui che appunto Gabriele d'Annunzio chiamava « l'eroe magico ».
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