Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

Pagina (118/176)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      LA GRANDE GUERRA D'ITALIAcolosso napoleonico, imparava che a lungo non può il dispotismo governare, nemmeno presidiato dal genio.
      Radetzky — notava giustamente l'on. Barzilai — è la formula rappresentativa più perfetta di tutte* le iniquità austriache : è l'autore dell'elogio di Torquemada, riassunto nella formula : « tre giorni di sangue possono assicurare trent'anni di pace ». È lui che alla dottrina sa dare indimenticabili applicazioni esemplari.
      Sono sue le stragi del 3 gennaio 1848, sua la invocazione a Haynau per la distruzione di Brescia, suo il rifiuto di grazia agli impiccati di Belfiore, sua la fustigazione di trentaquattro giovinette in piazza Castello a Milano, sue le atrocità di Verona, suo il cinismo col quale di tanta ferocia dà quotidiano resoconto nelle lettere alla figlia Federica, alternando la notizia del capestro di Tito Speri con quella di una visita alla cavallerizza Ciniselli, e con la stessa indifferenza narrandole di una prima rappresentazione teatrale e dell'ordine dato di fucilare i cattivi cittadini, « siano essi preti, oppure avvocati ».
      Più volgare ancora e più esplicito e altrettanto mendace fu il proclama alle sue truppe, emanato dall'Arciduca Federico, comandante in capo dell' esercito austriaco.
      « Soldati — egli diceva — in questa grave ora vi è pervenuta la parola del nostro augusto Sovrano. Essa vi dimostra tutta la ignominiosa ribalderia del nostro nuovo nemico, che compensa, col tradimento vergognoso, decenni di fedeltà. Essa però addita a noi soldati anche un grande compito, per la cui soluzione Sua Maestà e la Patria si affidano piene di fiducia a voi. Il nemico al quale ci troviamo di fronte non ha nulla di onorevole. Esso è il traditore che ci piomba subdolamente alle spalle dopo dieci mesi di lotta accanita contro mezzo mondo, mentre le vittoriose armate e le flotte austro-tedesche stanno tuttora invincibili e sempre più ferme di fronte alla immane pugna. A noi, soldati, il compito di punire questo tradimento senza esempio del nostro ne-
      — 118 —


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 15. L'inizio delle ostilità
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 157

   

Pagina (118/176)






Torquemada Haynau Brescia Belfiore Castello Milano Verona Federica Tito Speri Ciniselli Arciduca Federico Sovrano Sua Maestà Patria Barzilai