Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      L'INIZIO DELLE OSTILITÀ
      mico, col ferro e col sangue, su quella via che già gli additammo a Novara, a Custoza, a Lissa.
      « Il nostro amatissimo ed augusto Sovrano, che tutto tentò per risparmiare a noi e ai nostri alleati questa nuova prova, deve ritrovare in noi lo spirito di Radetzky, dell'Arciduca Alberto, di Tegetthof. Noi vogliamo essere loro degni nipoti. Molti nemici, molto onore : questo deve essere il nostro grido di guerra.
      « Così noi salutiamo il nostro amatissimo Imperatore e Re, i nostri fedeli fratelli d'arme : così noi del nord salutiamo i nostri camerati del sud che già si affrettano a punire la vergognosa aggressione alle nostre spalle. E attendiamo con fiducia il momento in cui anche per il sud verrà l'ora del sanguinoso castigo.
      « Soldati! Senza sgomento e con lieto coraggio : a-vanti, avanti contro il nostro nuovo avversario. Coll'aiu-to di Dio. coi nostri fratelli d'arme, coi nostri alleati, sapremo sconfiggere anch'esso. »
      Di fronte ai proclami dell'Imperatore e dell'Arciduca, rifulgevano di luce purissima le parole dignitose e veramente regali del proclama di Vittorio Emanuele III.
      Il linguaggio dell' Arciduca Federico, come quello dell'Imperatore Francesco Giuseppe, era — come notava il Corriere della Sera — veramente austriaco : univa cioè alla falsificazione imperterrita della storia la impotenza di trovar le giuste parole che da alte coscienze potessero davvero penetrar nelle coscienze dei sudditi e dei soldati.
      I » decennii di fedeltà » austriaca verso l'Italia, ricordati come un benefizio magnanimo a cui si era risposto con la più nera ingratitudine, sarebbero stati un sarcasmo umiliante se l'Italia non si fosse trovata in campo a infrangere la consuetudine delle umiliazioni; e sarebbero stati una vuota frase retorica se non avessero significato la conferma ultima del modo come la Corte austriaca aveva sempre inteso i rapporti di alleanza con 1 Italia. Decennii di brutale mancanza di riguardi verso tutta la nostra nazione — verso il sovrano, a cui non si restituivano visite, verso il popolo italiano, a cui non si dissimulava il disprezzo, verso l'unità d'Italia, su cui
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 15. L'inizio delle ostilità
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 157

   

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