Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
L'INIZIO DELLE OSTILITÀ
defunto Arciduca ereditario Ferdinando e del capo di Stato Maggiore, generale Conrad. Si assicura che in quell'occasione sia stato fatto un esperimento di concentrazione di truppe, che doveva essere ripetuto nel 1914, ma che non lo fu per cause che il pubblico ignora. Dal punto di vista ferroviario questa zona è servita dalla linea internazionale del Tarvis, che passa a Pon-tebba, e dalla linea strategica di Hermagor.
« Non è ancora bene accertato — concludeva il Giornale d'Italia — se all'inizio delle ostilità gli austriaci abbiano tentato di attuare da questo lato il loro piano di invasione, o siansi limitati a impedire ai nostri di avanzare. Certo è che essi in questo punto hanno finora impegnati i più aspri combattimenti, prendendo spesso l'offensiva, cosa che non hanno fatto in nessuno degli altri punti del fronte, il che dimostra il valore che essi annettono a queste posizioni. »
Iniziate le ostilità, non si tardarono a veder gli effetti dell'odio senza quartiere che animava gli austriaci contro di noi. Nella condotta della guerra, questo livore assunse le forme più barbariche e più abbiette.
Così fu organizzato un vero e proprio brigantaggio, del quale un comunicato ufficiale italiano dava notizia in questi termini :
« È ormai certo che l'Austria ha lasciato, nei territori attualmente occupati da noi, suoi emissari col mandato di esercitare il brigantaggio, al doppio scopo di molestare le nostre operazioni e di provocare dolorosi atti di repressione a danno delle popolazioni. Si tratta di uomini del Landsturm (milizia territoriale), di gendarmi e di guardie forestali, naturalmente travestiti, che dispongono di armi e munizioni d'ordinanza, e che sono stati pagati dal Governo austriaco con premi di mille corone e più. Essi hanno sparato e continuano qua e là a sparare, alle spalle delle nostre truppe, contro soldati isolati, contro ufficiali e contro le salmerie. Seguendo felinamente le colonne di attacco, sopra tutto nelle zone boscose, che si prestano agli agguati, quei sicari so-
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