Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      L'INIZIO DELLE OSTILITÀ
      stessi, Berchtold si lamenṭ dell'accaduto, considerandolo in contraddizione delle promesse fatte; e dichiaṛ che « se il Regio Governo desiderava riprendere la sua libertà d'azione, il Governo Imperiale e Reale avrebbe potuto fare altrettanto ». Aggiunse che non avrebbe potuto ammettere che noi avessimo fatto in avvenire o-perazioni simili a quelle compiute, o in qualsiasi modo in opposizione al suo punto di vista. Coś pure ci fu impedita la disegnata occupazione di Chio.
      « Non occorre rilevare quante vite di soldati italiani e quanti milioni ci abbia costato il persistente impedimento ad ogni nostra azione risolutiva contro la Turchia. Essa si sapeva protetta dai nostri Alleati contro ogni attacco alle sue parti vitali.
      « Un altro rimprovero che ci è stato amaramente fatto è di non esserci accontentati delle prodigiose concessioni che ci furono offerte in questi ultimi tempi. Anzitutto, si potrebbe domandare : Queste concessioni erano offerte in buona fede? 11 sospetto nasce leggendo gli ultimi documenti. L'Imperatore Francesco Giuseppe ha detto che l'Italia guardava con cupidi sguardi verso il patrimonio della sua Casa. 11 Cancelliere Bethmann-Hollweg ha detto che con queste concessioni si intendeva « comperare la nostra neutralità ». Ed allora, o signori, applauditeci per non averle accettate.
      <( Ma guardiamo tuttavia alla sostanza delle cose. Queste concessioni, pur accettando l'ultima tardiva e-dizione che pervenne nelle mani del ministro degli E-steri e mie dopo che era stata nelle mani di uomini politici e di giornalisti di qua e di là, queste tardive concessioni, che pur vogliamo accettare per buone, non rispondevano in alcun modo agli obbiettivi che la politica italiana doveva proporsi.
      « Questi obbiettivi possono ridursi a tre : I) la difesa dell'italianità, il primo maggiore nostro dovere; 2) un confine militare sicuro, che sostituisse quello che nel 1866 ci fu imposto e per il quale tutte le porte d'Italia sono aperte ai nostri avversari; 3) una posizione strategica nell'Adriatico meno malsicura, meno infelice di quella che abbiamo e di cui vedete in questi giorni gli effetti.
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 15. L'inizio delle ostilità
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 157

   

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