Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
IL PRIMO ANNO DI GUERR 4
sente, sotto la guida certa dì una disciplina, la cui necessità è avvertita ed osservata da tutti, non per minaccia di pena, ma per razionale consapevolezza di comune utilità... »
Alla fine d'ottobre, cioè dopo cinque mesi di guerra, il generale Carlo Corsi scriveva :
« L'ampio arco di cerchio che col confine imposto dagli Austriaci nel 1866 ricingeva le tre Venezie, è oggi attaccato con una mossa generale di offensiva dal nostro esercito. Al primo periodo di sbarramento, al secondo di preparazione e assettamento e organizzazione tattica e logistica, si vide già succedere il periodo di investimento e approccio; e dall'osservazione delle o-perazioni svolte si presentiva il passaggio al periodo di azione offensiva, al periodo nel quale si sarebbe cercato di raccogliere i frutti del paziente, tenace, faticoso lavorio degli altri periodi. Infatti oggi i comunicati che si susseguono, apportano nuovi resultati della offensiva generale iniziatasi il 21 e suffragano quanto presentivamo. Lungamente e pazientemente ma tenacemente e sapientemente preparato, il nostro movimento contro la formidabile cinta nemica formata da difficoltà naturali, da cemento, da ferro e da fuoco, è stato dal Comando giudicato maturo. Il resultato ha dimostrato giusto l'apprezzamento tattico, buono il lavoro compiuto e bene scelto il momento dell'azione.
« L'azione nostra cominciata sulla fronte del Trentino si è estesa con maggior vigore per forze e intensità d'azione al fronte dell'Alto e Basso Isonzo e del Carso. Sul primo fronte il gruppo dei successi locali ottenuti dalle nostre truppe, mentre dimostra il perfetto coordinamento della nostra azione su tutto il.fronte, nel suo complesso costituisce un importante successo; l'azione svolta in questi giorni sull'Isonzo e sul Carso costituisce da sola un successo importante. Intanto il nemico è tenuto impegnato fortemente in tutti i settori della fronte. Lo slancio, l'offensività delle nostre fanterie non sono stati fermati nè dai reticolati, nè dalle mine, nè dal gettito delle bombe a mano, nè dal fuoco delle mi-
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