Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      IL PRIMO ANNO DI GUERRAtacco, perchè la trincea nemica li attira come una preda stupenda. Allora, in un gesto d'eroismo e di furore, gridando la propria fede e la propria gloria, essi le balzano contro, passano siepi, muri, macigni: un'altra ondata d'uomini già li raggiunge e li rinforza; una breve, furibonda zuffa, un urlo di vittoria : e la trincea è presa. Marcellino Ferrari da Verona, sottotenente portabandiera di un reggimento di granatieri, dall'alto di una roccia intensamente battuta dall'artiglieria e dalla fucileria nemica, giovinetto eroe, spiega intanto il suo vessillo al vento, e agitandolo con fervido entusiasmo, dà gloria ai morti, ai superstiti ed a sè.
      Ma nella notte — affermava il Gatti — valgono meglio gli snelli, nervosi siciliani, o i taciturni, duri calabresi, o i piccoli sardi olivastri e nostalgici, che duramente il giorno seguono le grandi nuvole vagare torpidamente nel cielo e scendere chi sa dove, e sanno le pazienti attese delle lande solitarie, quando il sole è caduto, e il vento che viene dal mare rade il suolo e s'ingolfa mordendo nei grossi mantelli di orbace. Di notte; contro il subdolo ostacolo dei reticolati.
      Vanno allora, con un lungo tubo cavo di ferro, pieno di gelatina e inescato, a porlo sotto il groviglio dei fili nemici, e dargli fuoco, e farlo così saltare. Ad ogni passo una sosta. Pare che, mentre si addensa da una parte l'oscura minaccia, il nemico dall'altra presenta il pericolo e trasalga: e la notte, improvvisamente, abbia mille occhi, e tutte le cose vedano e gridino l'insidia presente. Il soldato che cammina nel buio, ben presto disperso dai compagni, solo con la sua anima, sente ad un tratto sè centro della vita universa, e crede che tutto gliela insidii, e tutte le forme della morte convergano contro di lui. Ma non ritorna : e se qualcuno, ferito, rimane con gli occhi sbarrati al cielo, il compagno non guarda neppure; e cammina e cammina, nel tempo che mai non pare debba finire, sinché il tubo è posato sotto il reticolato, e la carica brilla nell'oscurità, e la difesa nemica, divelta violentemente, si abbatte lacerata al suolo; e allora soltanto il soldato torna di dove venne, sporco, stanco, coll'elmo e la corazza pieni di fan-
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 16. Il primo anno di guerra
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 213

   

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Ferrari Verona Gatti