Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIAti prigionieri, come nelle giornate dal 3 luglio in poi, nelle quali sono stati catturati complessivamente, nella zona del Carso, 1400 soldati nemici.
      « Per quanto i progressi, ottenuti con continuo affrontare le munitissime linee nemiche, ci siano costati non lievi sacrifizi, tuttavia le nostre truppe hanno sempre ed ovunque mantenuto le posizioni conquistate e con esse la loro saldezza d'animo e il loro spirito offensivo.
      « Vi sono in vari punti trincee nostre che distano da quelle nemiche poche decine di metri : orbene, si deve durare fatica a trattenere i nostri soldati che vorrebbero finirla con le stolte provocazioni verbali de'l nemico, alle quali del resto la naturale giocondità delle nostre truppe non manca di opporre congrue risposte.
      « Di splendido e costante esempio alle truppe sono in questa campagna, come già in quella di Libia, gli ufficiali, sprezzanti del pericolo, primi sulla linea di fuoco, sempre pronti a pagare di persona. I comandanti e-sercitano grande prestigio sui loro renarti, dai quali ottengono tutto ciò che è umanamente nossibile. Questa eroica condotta degli ufficiali di ogni grado è del resto nelle cavalleresche tradizioni dell'esercito italiano, ed è pari alla cura affettuosa che essi hanno delle loro truppe ed all'amore col quale sono ricambiati.
      « Merita di essere ricordata la brillante ed efficacissima azione che svolge l'artiglieria in appoggio alla fanteria. In taluni combattimenti si è dovuto all'abilità e precisione dei bravi cannonieri se i fucilieri hanno potuto aver ragione di reticolati e di trincee, conquistando posizioni disperatamente difese dal nemico. E ciò senza parlare dei continui duelli di artiglieria che avvengono per noi in condizioni non facili, data la minuziosa cura con la quale gli austriaci avevano preparato i nascondigli delle loro batterie e la profonda conoscenza del terreno, da essi precedentemente inquadrato.
      « Un particolare vantaggio ritraggono gli austro-ungarici dal numero e dalla qualità dei loro aeroplani; ma i nostri aviatori, malgrado la temporanea deficienza del materiale, operano sempre con ardire e con abnegazio-
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 16. Il primo anno di guerra
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 213

   

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Carso Libia