Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
IL. PRIMO ANNO DI GUERRAe le gradazioni sarebbero ingiuste ed odiose : non è necessario morire per essere grandi.
« E grande è tutto l'esercito : fuso in una sola anima di acciaio. E bello è, ai nostri occhi, non solo il soldato che procombe col nome d'Italia sul labbro, ma quello che vive e lavora, oscuro, nelle retrovie e nei depositi : quello che, partecipando della grande febbre comune, alimenta con la sua opera modesta, ma disciplinata, entusiasta, devota, il fuoco sacro della guerra. Tutti hanno già guadagnato la loro palma, i soldati d'Italia, poiché dice l'antico precetto indiano e biblico : « Non importa ciò che tu fai : importa « come » tu lo fai... » — Ed anche il travaglio oscuro, l'opera modesta di ogni giorno, il granellino che recano all'edificio della grande opera collettiva, è armonioso, perfetto, bello, di una ideale e disciplinata bellezza.
(( Un giorno, quando si parlerà di questa guerra con la giustizia e la serenità che solo la lontananza del tempo imprime e consente alle grandi imprese di una razza, si potrà dire che, nell'ultima guerra liberatrice combattuta dalla nazione italiana, ogni uomo, ogni cittadino, ogni soldato, ha fatto — come il segnale di Nelson spiegava al vento di Trafalgar — « tutto il proprio dovere » per l'Italia ».
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