Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      IL PRIMO ANNO DI GUERR 4
      mi terroristici per tenere le truppe al fuoco non sono in uso nell'esercito italiano, e non ve ne sarebbe alcun bisogno, mentre sono adoperati, per concordi attestazioni dei prigionieri, nell'esercito austro-ungarico. Non siamo noi che teniamo appostate in retroguardia linee di tiratori per far fuoco sulla prima linea in caso di ritirata.
      « Lo stesso bollettino dice che un treno blindato austriaco cacciò nientemeno che le nostre sentinelle dai villaggi di Serravalle e Chizzola. Il vantare un così colossale (!) successo, dimostra che il noto Ufficio della stampa di guerra è a corto di buone notizie.
      « È probabilmente lo stesso Ufficio che ha fatto pubblicare in un giornale di Graz una protesta per lo stato in cui è ridotto il Santuario di Monte Santo presso Gorizia; nel Santuario solo la sacrestia sarebbe intatta, ed a grande stento si sarebbero potuti salvare il tesoro e due terzi della biblioteca. Dato anche che tale notizia sia esatta, è da sapere che il Santuario di Monte Santo sorge su un'altura di straordinario valore tattico, che domina tutte le altre posizioni attorno a Gorizia, e che precisamente sul Monte Santo sono appostate varie batterie nemiche coi relativi osservatori, sicché da quell' altura parte un continuo fuoco contro le nostre posizioni. È quindi logico e necessario che la nostra artiglieria controbatta i pezzi nemici. È colpa nostra se qualche colpo può a-ver raggiunto il Santuario, di cui gli austriaci si giovano a scopo militare?
      « Di ben diverso carattere sono invece i bombardamenti che gli austriaci da qualche giorno vanno infliggendo ai centri abitati da noi occupati, arrecando gravissimi danni alle popolazioni che non hanno voluto abbandonare le proprie case. O con artiglierie o con aeroplani il nemico sevizia a quando a quando città e villaggi, abbandonandosi ad una rabbiosa furia distruttiva, pari alla cinica crudeltà verso gli antichi sudditi del paterno regime. Da questi bombardamenti sono colpiti nelle vite e negli averi -i vecchi, le donne ed i fanciulli, che hanno i loro cari nelle file dell'esercito austro-ungarico. Nè ad altro movente se non ad un barbarico desiderio di distruzione possono attribuirsi i ripetuti lanci
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 16. Il primo anno di guerra
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 213

   

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