Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAre, si trovavano altri 500 nostri prigionieri impiegati nella costruzione di trincee e di linee ferroviarie a scartamento ridotto. Il caporale Roccuzzo ha dichiarato altresì che gli austriaci, sotto pretesto di prevenire diserzioni, ebbero a chiudere in un recinto 9000 serbi, i quali in tre giorni morirono in gran parte di fame e di freddo.
« La storia della nostra guerra registra già innumeri e barbare violazioni austriache alle convenzioni internazionali per il soccorso ai feriti. I fatti denunziati dai nostri due caporali provano che il Governo della Monarchia austro-ungarica, estendendo ai nostri prigionieri lo iniquo trattamento già da tempo fatto subire ai combattenti dell'esercito russo caduti nelle sue mani, viola patentemente le leggi internazionali di guerra stabilite dalla convenzione dell'Aja del 29 luglio 1889, in virtù delle quali i lavori, cui dovrebbero essere sottoposti i prigionieri, non debbono avere alcun rapporto con le operazioni di guerra. »
Ed ora ecco un altro episodio di vandalismo furibondo.
L'abbandono delle posizioni intorno a Loppio, sulla strada Mori-Riva, da parte degli austriaci, davanti all'incalzante avanzata italiana, segnò la fine della storica villa dei conti Castelbarco.
La villa fu completamente devastata. La rovina non fu determinata indirettamente da ragioni di guerra, ma volutamente, perfidamente perpetrata e condotta a termine con cura, sì che nulla fosse risparmiato. Essa, infatti, affidata al fuoco appiccato con covoni di granoturco imbevuti di liquido infiammabile, fu completa e si estese agli altri caseggiati annessi alla villa, nonché alle abitazioni dei coloni all'intorno; complessivamente undici dei quindici caseggiati compresi nella signoria di Loppio furono ridotti ad un cumulo di macerie!
La chiesa non fu distrutta, ma non fu risparmiata del tutto : vennero asportate le cinque campane del campanile e arredi preziosi scomparvero.
Per far comprendere quale monumento d'arte e di storia sia andato perduto con la distruzione della gran-
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