Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIAfatte segno ad attacchi di sommergibili e la Garibaldi, dopo aver evitato un primo attacco, è stata colpita da un siluro ed è affondata. L'equipaggio si è comportato con perfetta calma e disciplina, levando più volte il grido di « Viva il Re! » prima di gettarsi in mare, secondo 1' ordine ricevuto, ed è stato salvato nella massima parte. »
      Poi si ebbero .maggiori particolari. Erano comparsi dapprima due sottomarini : furono fugati a cannonate. D'un tratto la Garibaldi avvistò un terzo sottomarino, che si vide fare manovre di siluramento contro la nave. Allora dal comandante della Garibaldi fu ordinata una manovra di macchine per far perdere la direzione e spostare la nave di fianco. Un primo siluro fu così evitato; ma di lì a poco un secondo siluro colpì il bersaglio. Immediatamente dal comandante dell'incrociatore e dagli ufficiali fu dato ordine agli uomini di salire in coperta e di restare allineati. Tutti, meno tre, avevano la cintura di salvataggio.
      L'ordine di gettarsi in mare fu dato di lì a qualche minuto, perchè era necessario vedere quali movimenti facesse la nave, la quale, colpita alle macchine di sinistra, girò su sè stessa.
      Quando la maggior parte dei marinai ebbe posta la cintura di salvataggio, il comandante della nave ordinò di gettarsi in mare, gridando subito dopo : « Viva il Re! Viva l'Italia! ». Un grido possente rispose dai 600 uomini dell'equipaggio. E mentre di lì a poco si lanciavano in mare, la nave inabissò.
      iFra gli atti di valore va segnalato quello compiuto da un tenente di vascello, che, mentre la nave colava a picco, discese nella cabina del comandante per mettere in salvo alcuni importanti documenti e piani.
      La Garibaldi affondò in sei minuti. Le altre navi, pur accorgendosi del sinistro, proseguirono la rotta per evitare altri siluramenti. Solo le torpediniere si disposero ai due lati della nave silurata per compiere il salvataggio dell'equipaggio; e una delle torpediniere inseguì il sottomarino nemico e vi andò sopra con lo sperone, cercando di affondarlo, mentre tirava andhe coi cannoni.
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 16. Il primo anno di guerra
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 213

   

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