Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      IL PRIMO ANNO DI GUERRAUno dei nostri Caproni, che aveva a bordo tre ufficiali, sostenne una tremenda battaglia con un apparecchio nemico. Sotto le raffiche dei proiettili austriaci, il pilota del nostro velivolo si trovò solo, ferito alla testa, fra i suoi due compagni morti.
      Non era più un uomo — scriveva Luigi Barzini, mirabile narratore del fulgido episodio — era una volontà vivente. Non arrendersi, non cedere, riportare dal cielo all'Italia la sua nave volante ed i suoi morti : questo il suo pensiero grande, unico, febbrile. Tutta la sua vita era nel volo, il suo cuore era nella macchina. La sua a-nima piena di energie incommensurabili si esaltava e spasimava nella visione delle nostre terre, lontane e nebulose, dalle quali saliva verso di lui come un immenso appello materno, la voce intensa di un richiamo prodigioso, ardente, appassionato, senza fine.
      Filando verso Gorizia passava sull'invito di vallate facili all'atterramento, vedeva svolgersi molli pianure allettevoli adatte alla discesa, e sentiva mancarsi le forze. Si sentiva spegnere. Ma volava, volava, e l'aeroplano tragico filava nelle luminose profondità dello spazio, condotto da un'agonia. Tutto questo valore e tutto questo martirio veleggiavano trionfalmente nel cielo come una apoteosi del sacrificio.
      In prossimità della fronte il fuoco delle artiglierie antiaeree lo ha avvolto. Lasciato indietro l'Isonzo si è avvicinato finalmente a terra. Ha cercato dei prati. È sceso.
      I soldati accorsi dai campi vicini non hanno visto e-scire nessuno dall'apparecchio appena, fermo.
      La macchina insanguinata, silenziosa, pareva abbandonata. Inerpicatisi sulla fusoliera, essi hanno avuto l'impressione che nulla più vi vivesse. Hanno creduto tutti morti.
      Con le mani sul volante, la faccia appoggiata alle mani, il pilota svenuto pareva un altro cadavere...
      Ma l'eroe del terribile episodio, il capitano Salomone, sopravisse. E mai medaglia d'oro al valore fu più degnamente concessa di quella che andò a fregiare il suo petto.


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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 16. Il primo anno di guerra
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 213

   

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