Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIAciose scendevano quasi a picco; di più, vari ordini successivi di solide e ben costruite trincee davano alla posizione un carattere veramente formidabile. Io, con la mia compagnia, tenevo la trincea esterna, cioè la più avanzata. Non avrei mai immaginato, da parte delle truppe italiane, un tentativo così ardito, tale anzi da considerarsi quasi folle, come quello della scalata di quell'altura selvaggia.
      « Non saprei dire neppure oggi come gli alpini poterono arrivare fino ai nostri trinceramenti. La notte e-ra buia, è vero, ma le noste sentinelle facevano buona guardia. V'è qualcosa di prodigioso in quella sorpresa notturna. Sta di fatto che allorquando l'allarme fu dato, gli alpini italiani, arrampicatisi come capre, di roccia in roccia, erano già a due metri da noi, e appena il crepitio della fucileria echeggiò, subito nella nostra prima trincea vedemmo cadere delle ombre nere, come spinte da una forza furibonda, irresistibile. Entro la trincea si svolse rapidissima una mischia feroce. Si sarebbe detto che gli alpini non avessero che un desiderio, che uno scopo : andare avanti.
      « Nel buio, reso più tragico dal bagliore fulmineo di qualche fucilata, si svolse un furioso corpo a corpo, ma senza un grido, senza un lamento. Si combatteva a colpi di baionetta, coi calci dei fucili, con le pietre. Cercai di raccogliere i miei uomini, ma ormai era tardi. Gli alpini erano padroni della trincea. Diedi allora ordine ai superstiti di ripiegare sul trinceramento successivo; ma gli alpini incalzavano da presso, e sotto il loro impeto fummo presto sopraffatti.
      « La nuova trincea venne occupata, i suoi difensori quasi annientati. Io, con una cinquantina di soldati, dovetti arrendermi e fui fatto prigioniero.
      « I soldati austriaci che combattono nel Trentino e sull'Isonzo dicono già che i vostri alpini sono dei diavoli, e non hanno torto. »
      Un altro ufficiale austriaco, che assistette alla presa di Piava, così la descrisse al corrispondente ungherese della Morning Post :
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 16. Il primo anno di guerra
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 213

   

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