Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIAnero, sebbene illesi, e dovettero essere trasportati via.
      « La terribile musica durò dalle 4 alle 9 di mattina.
      « Alle ore 9 la fanteria italiana cominciò a salire la montagna e ad attaccare le posizioni austriache. I soldati dalmati, che erano meglio in grado di resistere ad essa, si stesero dietro le rocce ed aprirono il fuoco sui piemontesi, avanzanti su tre linee.
      « Il più atroce, terribile momento per le nostre truppe — disse un ufficiale austriaco — venne dopo. Gli i-taliani, essendo stati rinforzati, vennero su dalla riva o-rientale dell'Isonzo in tale numero, con tale risolutezza, che le canne scottanti dei nostri fucili erano impotenti a fermarli. Un'altra brigata di riserva fu allora veduta a-vanzarsi. Gli italiani venivano avanti, di fronte al nostro terribile fuoco di fanteria e di artiglieria, così coraggiosamente, imperterriti e tranquilli, che persino il loro più risoluto avversario, il maggiore Turndija, dichiarò : «O-nore e rispetto agli italiani. Essi si sono comportati stupendamente. Non si poteva immaginare da parte loro un migliore contegno ».
      « Gli italiani raggiunsero, può dirsi, i nostri parapetti di roccia. Sebbene molti cadessero sotto il fuoco delle mitragliatrici e delle granate a mano lungo le pendici pietrose, continuavano ad avanzarsi irresistibilmente, gridando: «Evviva, coraggio!» I vuoti nelle file venivano riempiti immediatamente da quelli che seguivano. Nuovamente i nostri fucili ci fallirono. Gli italiani giunsero sulle rocce di fronte a noi, ma non ci fu attacco alla baionetta, perchè i nostri soldati ormai si ritiravano su un'altra altura a Palievo, dove le riserve erano pronte per respingere un'ulteriore avanzata.
      « Quanti uomini perdemmo in questa battaglia per Piava l'ignoro, perchè, quando giunsi a Palievo quella mattina, tutti i\ miei soldati, colle riserve, venivano radunati per un contrattacco che ebbe luogo più tardi. Fu la più orribile cosa che io abbia mai visto o mai vedrò, vivessi cent'anni. Il luogo era ristretto. Quando i nostri soldati giunsero alle ultime posizioni, i fucili vennero gettati via. Gli avversari lottarono coi pugni o col calcio dei fucili. L'unico risultato del combattimento per noi


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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 16. Il primo anno di guerra
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 213

   

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