Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIALe difese che gli austriaci prepararono sulle alture che circondano strettamente Gorizia, sono modelli di abilità strategica. Ovunque, sulle creste e sulle falde di esse, prepararono ordini numerosissimi di trincee in ferro e in cemento armato, salde più del macigno, collegate tra loro con un sistema di camminamenti, protette da triplici e quadruplici reticolati. Ovunque il terreno fu minato, i boschi incendiati, gli ostacoli soppressi, là dove si doveva obbligare il nemico ad avanzare allo scoperto.
Sulle montagne che difendono le spalle di Gorizia, dall'altipiano di Ternova a quello di Doberdò, gli austriaci prepararono intanto formidabili posizioni di artiglieria, profittando del terreno cavernoso che è particolare alia regione. I loro osservatori dominavano l'orizzonte piatto, scoperto per un'ampiezza di diecine e diecine di chilometri. 11 terreno su cui il nemico si sarebbe avanzato, fu studiato dallo Stato maggiore austriaco, metro per metro, così da ricavarne tavole infallibili di tiro. Un grandioso impianto telegrafico e telefonico collegò in un unico organismo preciso le loro posizioni di artiglieria.
« Essi ottennero così — notava il giornale inglese — di sbarrare il passo agli italiani colla fortezza più grandiosa che gli eserciti guerreggianti d'Europa abbiano mai incontrata sui loro passi. Gli ordini di trincee di San Michele, del Podgora e del Sabotino, ciascuno appoggiato e sostenuto da fortissime artiglierie, sono più resistenti di ogni piazzaforte artificiale. Per un fronte di più di cinquanta chilometri gli italiani urtarono contro questa muraglia di ferro e di fuoco, contro l'offesa della quale essi non avevano e non potevano costruire ripari di sorta.
« Nessun esercito, nella guerra europea, urtò mai contro ostacoli tanto difficili. Nessun esercito infatti si trovò costretto ad assalire un sistema difensivo tanto ampio e potente, che per lo spazio di molti mesi, in condizioni di pace, nel suo territorio medesimo, il nemico aveva avuto agio di preparare con ogni studio e lentezza. È necessario che di questo si tenga conto a giudicare
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