Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIAbondante delle nostre artiglierie, e quindi assaliti e scompaginati dall'impeto irruente, irresistibile, eroico delle nostre fanterie.
      « I prigionieri fatti in grande copia in ogni giornata di combattimento, attestarono che il fuoco dei nostri numerosi pezzi fu quasi sempre terribile e micidialissimo. Un ufficiale ungherese ha dichiarato : Non credevo che coi cannoni da campagna si potesse tirare con tanta rapidità quasi come con le -mitragliatrici ». Un altro ufficiale prigioniero ha detto : « Al fuoco dell'artiglieria i-taliana non si può resistere. Restare sotto quella pioggia di granate significa morire o impazzire. »
      « Infatti, i nostri bravi artiglieri seppero sconvolgere i reticolati, coronare di proiettili le trincee nemiche, sicché queste furono poi trovate ricolme di cadaveri massacrati dalle esplosioni, stendere innanzi alle fanterie avanzanti cortine di fuoco, e proteggere le truppe, u-na volta conquistate le posizioni avanzate avversarie, dai ritorni controffensivi del nemico.
      « Gli austriaci, sloggiati dalle loro trincee, tentarono varie volte contrattacchi in grandi masse e con l'ordine perentorio di ricacciarci a qualunque costo oltre l'Isonzo; ma anche in questi casi le nostre artiglierie crearono ampie zone di fuoco, e non consentirono più al nemico nè l'attacco, nè la ritirata.
      « E le nostre fanterie, con magnifici assalti alla baionetta, compirono l'opera annientando interi riparti e facendo larghe retate di prigionieri.
      « Alle meravigliose azioni dei bravi cannonieri corrispose pienamente la risoluta offensiva degli eroici fu-cilieri. Nelle avanzate, necessariamente fatte per lo più allo scoperto e sotto il fuoco dei fucili, delle mitragliatrici e dei cannoni, la fanteria italiana diede prova di fulgido valore, prendendo di viva forza e a prezzo di sanguinosi sacrifici molti ordini di trincee, lottando all'arma bianca entro gli stessi trinceramenti, rimanendo sulle posizioni malgrado lo smascherarsi di nuove batterie avversarie, ricacciando impetuosi contrattacchi nemici, sopportando con serenità, fermezza e abnegazione le non lievi perdite.
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 16. Il primo anno di guerra
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 213

   

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