Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAcune mitragliatrici. I sopravvenienti passarono sulle posizioni debellate, sul cumulo dei cadaveri, come una valanga che risalisse. Tutto cadeva sotto la vigoria dell'assalto, nulla valeva a fermare l'impeto che portava su i battaglioni.
La baionetta compiva il miracolo. A un tratto, senza accorgersi come, i nostri si trovarono sulla vetta della collina. Ivi l'urto fu formidabile : per molti minuti fu combattuta corpo a corpo una delle più aspre lotte. Poi gli austriaci, scompigliati, furono visti abbandonare le loro posizioni e ritirarsi giù per il versante opposto, abbandonandoci un ricco bottino di fucili, di munizioni, di lanciabombe, di mitragliatrici.
I nostri poco dopo sistemarono le loro difese nelle posizioni conquistate, un poco sotto alla vetta della collina, per tenersi al riparo dal fuoco insistente dell'artiglieria nemica.
Intanto, S. Martino passava in nostre mani : e i tentacoli dell'avanzata da Monte Sei Busi si spingevano arditamente su Poljane...
II bollettino del 2 novembre annunciava :
« Lungo la fronte dell'Isonzo, ieri, sotto pioggia incessante e dirotta, le nostre truppe rinnovarono con o-stinato vigore gli attacchi.
« Nel settore di Piava fu espugnato il paese di Za-gora, saldamente fortificato dal nemico. Vi furono presi 374 prigionieri, dei quali 7 ufficiali, una mitragliatrice, numerosi fucili e munizioni.
« Sull^ alture di Podgora fu sfondata e superata una quarta fortissima linea di trincee nemiche e presi 114 prigionieri, tra i quali 3 ufficiali.
« Un contrattacco nemico sul fianco, effettuato con truppe risalenti dai ponti di Gorizia, fu ributtato con gravi perdite per l'avversario.
« Sul Carso i nostri, dopo avere durante la notte respinto violenti contrattacchi del nemico infliggendogli forti perdite, nel corso della giornata riuscirono a progredire lungo le falde settentrionali del monte San Mi-
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