Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAle lottavamo da cinque mesi. Era stata così divelta una delle porte della fortezza naturale di Tolmino : ed era a prevedere che, sotto la minaccia incombente, gli austriaci avrebbero tentato ogni sforzo per riguadagnare il terreno perduto.
E così infatti avvenne. Un mese dopo la conquista del trincerone, quando ormai riteneva di averci illusi con la sua apparente rassegnazione, il nemico tentò un audace colpo di mano. Non ci sorprese, però; e il tentativo potè essere frustrato non solo, ma convertito in nostro vantaggio, per il bottino di armi e di prigionieri che si potè raccogliere.
Gli austriaci tornarono all'assalto. Per sei volte il nemico ripetè il tentativo, ributtato sempre dal nostro fuoco calmo e preciso, con perdite ingentissime. Poi, ad un altro accenno di attacco, senza dargli tempo di appressarsi alle posizioni, gli italiani uscirono dai ripari e si gettarono con irrefrenabile impeto su per il lieve saliente, a baionetta abbassata.
La massa attaccante fu colta mentre le fila dell'azione, appena mosse, stavano svolgendosi; l'ordine di attacco, investito impensatamente, non seppe procedere : le compagnie si fermarono, gli ufficiali rimasero incerti in attesa di ordini dinanzi alla situazione nuova; poi, come gli ordini non venivano, si decisero ad operare indipendentemente, di propria iniziativa, come suggeriva la posizione rispettiva.
Ma il momento d'indecisione era bastato ai nostri per infiltrarsi come un cuneo nella massa che procedeva a semicerchio, e per avvilupparne le ali sconvolte.
Il pericolo della ritirata tagliata a tutta la massa era troppo evidente perchè gli austriaci non dovessero tosto ripiegare. E il movimento fu iniziato da prima lento, cercando di tenerci a distanza, e infine convertendosi in fuga, sotto la più vigorosa pressione italiana.
La notte — scriveva un corrispondente dal campo — passò fra continui allarmi, che finirono di esasperare i nostri soldati, nell'immobilità penosa delle trincee incrostate di gelo. Fu solo verso mattina, un po' prima che facesse chiaro, che l'ordine invocato arrivò. Si do-
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Tolmino
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