Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIApiego settentrionale della collina del Podgora, la fronte del Grafenberg e l'appendice di quota Cave. Più irruen-to e più vasto di tutti si pronunziava l'attacco contro le trincee del Grafenberg. Una folta colonna di truppe sti-riane e dalmate si riversava prima con bombe a mano e poi alla baionetta verso un valloncello ove era il comando di un nostro reggimento. Il pronto accorrere di un riparto di riserva riuscì ad arginare la violenza dell'attacco. »
Ma rincalzi nemici accorrevano; tre reggimenti austriaci freschi erano impiegati nell'attacco. La posizione più minacciata era quella del Grafenberg, tenuta da un solo battaglione, assai provato durante i primi attacchi. Giunse l'ordine di ripiegare e abbandonare la prima e seconda linea di trincee, in attesa dei rinforzi che erano già sulla strada. Il ripiegamento più considerevole, di circa quattrocento metri, avvenne sulla posizione centrale del Grafenberg. Le ali avevano resistito di più perchè il nemico aveva un po' rallentato i suoi sforzi contro le posizioni del Peuma e del Podgora, concentrandoli invece sulla linea mediana del Grafenberg. Il nemico era riuscito, nella prima fase del suo impetuoso attacco, a trasportare sulla cresta del Peuma due cannoni da montagna.
« Alla mezzanotte del 26 — continuava il corrispóndente — cominciò la fase della nostra ripresa di attività. Il primo attacco delle nostre fanterie, preceduto dal lancio di bombe a mano, fu iniziato da un battaglione del glorioso « reggimento di San Marco ». Erano le prime spinte contro le linee avanzate del nemico, e dopo un assalto alla baionetta all'una di notte venne ripresa una prima trincea. Ma la posizione da noi sgombrata, per non esporre inutilmente le truppe al massacro, occupava una zona di circa 400 metri in profondità. Erano quindi parecchie le posizioni da riprendere.
La lotta proseguì per tutta la giornata e per tutta la notte del 27.
Oramai nella mattina del 28, alle prime ore dell'alba, la nostra superiorità si delineava.
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