Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      IL PRIMO ANNO DI GUERR 4
      Due Pizzi contro la Forcella, e con l'azione diversiva di una colonna che da Forcella di Bielica accennava verso Lusnitz, in fondo di Val Fella ».
      Ora bisogna notare che le posizioni tenute dal nemico erano della più grande importanza tattica, sia perchè servivano a disturbare i nostri movimenti e persino gli approvvigionamenti ed i munizionamenti, sia perchè miravano a proteggere la resistenza dei forti di Malbor-ghetto e di Hensel ed a ritardare l'occupazione definitiva della città di Malborghetto.
      Bisognava dunque-batterle ed occuparle. E l'operazione fu compiuta con grande slancio e con vivo entusiasmo dai nostri bravi soldati.
      « Io ho assistito — narrava l'on. De Felice — da un osservatorio del comando a tutto lo svolgersi della battaglia.
      « Le batterie siciliane da montagna, nascoste sopra un colle alla sinistra dell'osservatorio suddetto, lanciano vampe e fuoco sul nemico.
      « L'artiglieria austriaca risponde sollecita, individualizzando le nostre batterie e minacciando di smontarle. Però i suoi shrapnels scoppiano un po' più in su, dove è trincerata l'8a compagnia, senza ferire alcuno, o lievemente più in giù, colpendo soltanto il colle su cui erano nascoste le nostre batterie. Unico danno : qualche lieve foro sul cappotto del colonnello e di altri ufficiali, ma nessun ferito.
      « Il colonnello, visto il pericolo che corrono le batterie siciliane, ordina loro la cessazione del fuoco. E fa entrare in azione, per mezzo del telefono, le grosse batterie da fortezza, nascoste tra le anfrattuosità ed i pendii dei monti e delle valli... »
      Così s'inizia la battaglia. Il tiro indiretto dell'artiglieria pesante, meravigliosamente regolato da abili segnalatori, sconcerta a tal segno l'artiglieria nemica, che le fa dimenticare, o trascurare, o abbandonare addirittura l'identificazione già compiuta delle batterie siciliane.
      Poco dopo, infatti, l'artiglieria austriaca è costretta a tacere. Ma non tacciono i nostri maggiori pezzi, che
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 16. Il primo anno di guerra
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 213

   

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