Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      IL PRIMO ANNO DI GUERRAtempo addietro, ed era straordinariamente accurata e dispendiosa. Ma l'Italia, abilmente sfruttando le nostre risorse di genialità e di prontezza, ha riparato il difetto della preparazione in un modo degno di noi : coll'im-provvisazione. E i risultati ottenuti sorprendono. Prodigi!
      « Queste strade, per esempio, che si arrampicano sulla costa di montagne dove parrebbe impossibile tracciare anche solo una mulattiera, le hanno create, a furia di lavoro infaticabile, pungendo la roccia colle perforatrici, sfaldandola colle mine, livellandola col piccone e la vanga, superando con ponti saldissimi gli abissi, sostenendo le frane con muraglie incrollabili, i nostri meravigliosi soldati.
      « Le hanno create in un tempo che sembra incredibile. Ci hanno lavorato il genio e gli alpini e i territoriali, gareggiando di buona volontà e di maestria... »
      Il primo colpo di cannone contro Malborghetto fu tirato il 12 giugno da Cadorna. All'indomani fu incendiata, con esplosione di depositi di munizioni, la parte alta di Malborghetto; il 14 esplose la parte bassa del forte Hensel; il 17 fu rumata la cortina che unisce l'opera alta all'opera bassa di Malborghetto e le piazzuole dell'artiglieria scoperta; il 24 fu sfondata una cupola del forte Hensel; nuovi danni alle opere di Malborghetto furono ottenuti con azioni dei primi giorni di luglio; il 29 fu sfondata un'altra cupola del forte Hensel.
      « Ora — scriveva dal campo Massimo BontempelliMalborghetto tace. Gli austriaci lo hanno fornito di appariscenti cupole di cartone, per ingannare i nostri sull'effetto dei tiri : ma il cartone non fa il monaco, e quel cartone è oggetto di riso ai nostri allegri artiglieri...
      « Tace Malborghetto, ma parla ancora, dietro Malborghetto, il Nebria, parla ancora il Gugberg. La serie delle cime da prendere, delle valli da varcare, dei forti da smantellare, par che si rinnovi a ogni nuova conquista. Battute le opere stabili, le cime all'intorno, che erano nidi solitari d'uccelli rapaci, e ieri posti di sentinelle avanzate od osservatori, diventano esse stesse forti. Le
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      I. reggio — Storia della grande guerra d'Italia — Voi. XVI 12


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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 16. Il primo anno di guerra
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 213

   

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