Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIAserjagers), dei quali 9 ufficiali, 9 mitragliatrici e molto materiale da guerra. »
      Da tempo le nostre truppe, con epico ardimento e con ferrea abnegazione, s'erano spinte su per le pendici del monte, conquistando ad una ad una le trincee che le tagliavano. E salendo s'erano annidate proprio sotto le ridotte e i trinceramenti che con le ridotte formavano sistema al sommo dei due costoni, dove questi si spiccano a gradino dalla vetta. E da settimane lavoravano e combattevano in condizioni che dovevano apparire insostenibili. Eppure tenevano fermo. Poi, sconvolte dall'artiglieria le difese nemiche, le nostre fanterie salirono impetuose all'assalto : e prepararono la definitiva conquista.
      Il giorno 8 novembre il bollettino ufficiale comunicava :
      « Nell'alto Cordevole la nostra offensiva contro- il formidabile baluardo del Col di Lana è stata coronata da successo. Le eccezionali difficoltà del terreno, accresciute da numerose e potenti difese, l'accanita resistenza nemica, i rigori precoci dell'inverno non valsero ad arrestare l'avanzata delle nostre valorose truppe. Nel pomeriggio di ieri, dopo efficace preparazione delle artiglierie, le nostre fanterie, con un ultimo, furioso attacco, espugnarono le posizioni nemiche, piantando la nostra bandiera sull'aspra vetta che si eleva tra le nevi a 2464 metri. Furono finora presi un centinaio di prigionieri, tra i quali quattro ufficiali, appartenenti al 3° reggimento cacciatori dell'Imperatore (Kaiserjager), una mitragliatrice, grande copia di munizioni ed altro materiale da guerra. »
      Il critico militare del Corriere della Sera commentava :
      « Col di Ferro lo battezzarono i soldati che il 16 luglio cominciarono la scalata del monte terribile : Col di Ferro. E il nome è rimasto. Pareva che la designazione geografica fosse troppo molle per quella montagna che da infinite trincee, da una formidabile catena di fortini, scagliava piombo e acciaio sugli assalitori, che batterie nascoste più lontano proteggevano con una grandine di ferro.
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 16. Il primo anno di guerra
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 213

   

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