Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
IL PRIMO ANNO DI GUERR 4
mento Lo comprende tutto questo il nemico; e quindi ci attacca disperatamente coi mezzi di difesa... »
Altri particolari si ebbero poi da varie parti. Un ferito narrò le gesta dei volontari garibaldini della brigata « Alpi », che dopo mesi di tenacia combattiva riuscirono ad espugnare il Col di Lana.
« Dei fratelli Garibaldi — egli disse — che si son dimostrati veramente degni del loro grande nome, E-zio — attualmente ferito a Roma — si mostrava sempre allegro, coraggioso, forse anche temerario; egli trascina irresistibilmente non solo i volontari, ma anche i soldati permanenti. Ricciotti si trova ora a Roma in convalescenza per una sino vite; Sante è rimasto ferito ad una mano durante una operazione per il taglio dei reticolati austriaci. Menotti, tenente, è comandante di compagnia. Poppino, colonnello, è ispettore del reparto.
« Quando uno di loro sta per compiere un'azione con rischio della vita, se le necessità militari non sono d'ostacolo, cerca di avvicinare i fratelli per salutarli. È una specie di testamento d'amore che garantisce della perfetta coscienza della impresa da compiere. Tra loro parlano inglese. Si salutano, si baciano anche, risoluti, forti, coraggiosi, e partono sereni e sicuri... »
E il combattente, che alla vigilia della conquista a-veva preannunziato il successo, scriveva poi a vittoria ottenuta :
« Vi dissi nella mia precedente delle difficoltà immense che si sono dovute superare per giungere alla conquista del monte : ma non vi sono parole per poter descrivere l'aspra, sanguinosa lotta, e non vi sono elogi sufficienti per l'ardore delle nostre truppe. Siamo noi stessi meravigliati della nostra resistenza, della nostra abnegazione. L'artiglieria ha fatto prodigi. Per giornate intere ha resistito al duello coi forti nemici che, senza tregua, buttavano fuoco e piombo sulle posizioni da noi occupate. Sopra una sola di queste ho contato io più di quattrocento granate in breve tempo. Vi era da diventar pazzi : eppure, nessuno dei comandanti ha persa la sua calma abituale, nessuno dei soldati è venuto
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