Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
IL PRIMO ANNO DI GUERR 4
co infernale la cima stessa, per soli tre minuti. Dopo di che la nostra fanteria sarebbe andata all'attacco. Appena ricevuto l'ordine, in attesa dell'ora dell'azione, eravamo tutti nervosi. Il nostro capitano, dopo aver aggiustato il tiro nella giornata, ci aveva fatto graduare quaranta colpi per ogni pezzo, che si sarebbero dovuti sparare con fuoco celerissimo nei tre minuti convenuti. Non me ne scorderò finché vivrò. Tutti i pezzi erano al massimo ordine. Ad ogni pezzo un ufficiale. Finimmo di cenare verso le 21.30 ed alle 22.30 uscimmo dalla baracca per recarci ai nostri pezzi. Era una serata di paradiso : la luna piena, la notte calma come forse non era mai stata prima di allora. Io coll'orologio alla mano contavo i secondi che mi separavano dal momento dell'azione. In quell'istante tutti i nostri orologi segnavano la stessa ora. Vennero le 23 e nulla si intese. Solo qualche razzo si innalzò maestoso dalle nostre posizioni, e ricadde lento, lasciando la sua scia luminosa per qualche tempo. Vennero le 23.30. Mezz'ora di attesa ansiosa, indescrivibile. Fremevamo tutti. Non si resisteva più. Ad un tratto, nella calma della notte, una immensa colonna di fumo degradante a ventaglio, si levò dalla cima di Col di Lana e un rombo assordante echeggiò. La cima era saltata in aria e l'eco ebbe appena il tempo di ripercuotersi, che tutte le artiglierie aprirono il fuoco e la voce assordante dei nostri cannoni ricoprì la azione della mina formidabile. Io ed i miei serventi non ci vedevamo più. Il fumo ci accecava, il rombo ci assordava. Ero sempre coll'orologio alla mano, pronto a far cessare il fuoco appena trascorsi i tre minuti. Con tutto ciò i colpi si susseguivano con celerità vertiginosa. I nostri cannoni erano divenuti mitragliatrici. La nostra sola batteria in tre minuti sparò 160 colpi. Gli austriaci, presi alla sprovvista dal rombo dello scoppio della mina, aprirono anch'essi un fuoco infernale. Ma i loro tiri non erano precisi come i nostri. Anzi, molti cannoni e-videntemente sparavano solo per sparare.
« Finiti i miei tre minuti di fuoco, venni fuori dalla cannoniera con tutti i rrìiei soldati, e volli godermi il grandioso spettacolo. Non lo scorderò mai. Sembrava
— 193 -,
| |
Lana
|