Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
IL PRIMO ANNO DI GUERRAnovantisi, e, ben inteso, sempre valorosissime — è il bollettino austriaco che lo proclama — tentano disperati attacchi. Le nostre truppe sostengono con la consueta saldezza il fuoco nemico e col non meno consueto impeto alla baionetta ne ributtano ogni velleità offensiva.
« Il comando austriaco, non sappiamo in verità se quello supremo o quello locale dell'Alto Cordevole, conta gli attacchi falliti e li attribuisce a noi.
« Per dare poi maggior parvenza di verità alle proprie affermazioni, il comando austriaco ha inventato un punto che chiama « di appoggio » sulla cresta nordoccidentale del Col di Lana, del quale le sue truppe si sarebbero impadronite il giorno 22, e contro il quale fallirebbero i nostri immaginari attacchi.
« Che cosa sia effettivamente questo punto « di appoggio » e dove si trovi, il bollettino austriaco si guarda bene dal precisare; le formule vaghe sono le più a-datte a raccontare frottole.
« La verità è che la cresta del Col di Lana è tutta in nostro possesso e che punti di appoggio sulla cresta stessa, all'infuori della vetta da noi posseduta, non esistono che nella fervida immaginazione del comando nemico, il quale potrebbe, del resto, per persuadere l'opinione pubblica europea della esattezza delle proprie affermazioni e della mendacità delle nostre, rinnovare l'invito per una visita sui luoghi a qualche compiacente amico neutrale. La stagione primaverile è propizia per le gite in montagna... »
Inutile dire che l'invito ironico non fu accettato.
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Alto Cordevole Lana Lana
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