Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      IL PRIMO ANNO DI GUERR 4
      a Per la Val d'Adige, per la Vallarsa, lungo il vasto sperone che le separa con le vette e i dorsi della Cima di Posta, della Cima Levante, della Cima di Mezzana, di Coni Zugna, e via via pel massiccio del Pasu-bio e del Col Santo, procediamo a grado a grado. Gli Austriaci abbandonano il forte del Pozzacchio, che per nostra ventura non è compiuto e non può sbarrarci il passo in Vallarsa.
      « Così ora teniamo — diceva il poeta — i monti sopra Riva, di tanta ertezza, che i forti di essa Riva sfuggono al loro dominio, rimanendo in un angolo morto. Anche teniamo le alture di Brentonico sopra Mori, dalle quali la linea nostra scende attraverso l'Adige tra Serravalle e Marco, risale per la Zugna Torta, donde abbiamo in signoria la dolce Rovereto veneta, focolare di cultura latina, che la rabbia austriaca dal Biaena e dal Finonchio potrebbe distruggere se l'occupassimo.
      « Dalla Zugna Torta le nostre trincee calano nella Vallarsa, si prolungano a tramontana del Pozzacchio, cingono il versante settentrionale del Col Santo, raggiungendo attraverso la Valle del Leno di Terragnolo il Monte Maronia.
      « È questa la più considerevole delle conquiste recenti compiuta dalle nostre meravigliose fanterie lanciate contro i forti di Folgaria dall'altipiano a ponente di Arsiero. Già uno di essi forti, il Dosso di Sommo, a men che due chilometri dal Maronia è smantellato. 11 forte del Finonchio e quello del Sommo Alto cercano di contenderci questa vetta del Maronia, che nelle nostre mani è un potentissimo arnese contro la resistenza austriaca; ma non prevarranno.
      « A levante del Monte, stabilite le nostre posizioni principali al Campomolon e a Tonezza, abbiamo battuto in breccia fin dall'inizio della guerra i forti di Lu-serna, di Busa Verle, di Spitz Verle, su l'altipiano di Lavarone, e costretto il nemico ad abbandonarli. Anche l'opera più importante nel sistema di Lavarone è ornai quasi demolita. Ma gli Austriaci, con batterie mobili accortamente dissimulate nelle cavità dell'altipiano selvoso, cercano tuttavia di contrastarci il passo. Fin
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 16. Il primo anno di guerra
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 213

   

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