Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAlontano, ad una dimostrazione del popolo fiorentino, nell'antica Piazza della Signoria.
« Ciò significa — soggiunse — che un grande fatto è avvenuto, significa che l'Italia si è risentita più di quanto non avesse fatto nei tempi trascorsi per molti e molti anni dopo gli anni gloriosi del nostro Risorgimento, e si è risentita, non tanto per la sua reintegrazione territoriale, quanto per alte ragioni di civiltà, di cultura e di ricchezza. Se quindi sorgesse anche il dubbio su quello dhe si è fatto e si deve ancora fare, esso deve scomparire, e convincerci che quello che noi facemmo come uomini di Governo, lo abbiamo fatto bene. In questa coscienza è la forza che ci reggerà in avvenire... » Nel corso di quella visita, venendo a parlare della nostra guerra, l'on. Salandra disse :
« Ben sappiamo noi trattarsi di una grande, dura e lunga impresa, in cui, se l'esercito e l'armata compiono le loro gesta, il Paese deve sorreggerli, È una guerra che non si combatte soltanto da coloro che danno il. braccio e muoiono, ma è combattuta da tutti, con la resistenza e con la predisposizione degli animi, pronti ad ogni sacrificio, ad ogni rinuncia : sacrifici e rinunce che non sono finiti. Quanto dureranno? Nessuno può dirlo, ma devono durare fino alla vittoria.
« Io vi assicuro che le nostre ansie, la nostra trepidazione sono grandi; ma è grande il conforto che ci viene dal vedere ilo spettacolo nobilissimo che di sè offre il Paese. Nell'entusiasmo odierno, nel medesimo sentimento di allora, vi è pure la coscienza di un dovere : quello, di perseverare nell'opera. »
A Torino, parlando agli studenti ed ai professori degli istituti superiori, l'on. Salandra disse :
« Esercitammo largamente la critica sullo spirito delle nostre scuole, sugli effetti degli insegnamenti, sulle loro deficienze, e non apprezzavamo, non sentivamo quell'anima che nelle nostre scuole si veniva formando. Adesso, in questa prova, noi ci siamo avveduti che cosa è stata veramente la scuola in questo mezzo secolo. Attraverso i bisogni ed i difetti che si sono potuti no-
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